(Il Tempo - E.Menghi) Curve riaperte, per ora. Una mezza vittoria per Roma e Inter, ma non certo una soluzione. La Corte di giustizia federale, dopo aver ascoltato entrambe le parti ieri mattina in via Campania, ha sospeso il doppio giudizio, in attesa di nuovi approfondimenti.
rassegna stampa
La Corte Federale riapre le curve
(Il Tempo – E.Menghi) Curve riaperte, per ora. Una mezza vittoria per Roma e Inter, ma non certo una soluzione. La Corte di giustizia federale, dopo aver ascoltato entrambe le parti ieri mattina in via Campania, ha sospeso il doppio...
Si tratta di un’ordinanza interlocutoria: la squalifica viene congelata, le curve possono riempirsi di tifosi sia per il derby di Milano sia per Roma-Catania, ma la pena non è cancellata e resta lì, minacciosa. Il tempo richiesto per esaminare meglio la questione potrebbe servire piuttosto per rivedere una legge che desta molte perplessità.
Il dg giallorosso Baldissoni se lo augura: «La Corte ha disposto la sospensione per poter assumere maggiori elementi, sulla base dei riscontri da noi prodotti. Siamo stati puniti per episodi non avvenuti, la Roma – ha sottolineato a SkySport24 – in passato ha preso posizioni dure verso comportamenti di chiaro stampo razzista, ma in questo caso siamo convinti che non ci siano stati: c’è stato un grossolano equivoco. Riguardo alla norma, dobbiamo rilevare una certa incongruenza.
La chiusura di un settore ha senso quando si vuole punire in via oggettiva un intero settore dove è avvenuto il fatto, quando non si può identificare chi evidentemente ha commesso quel fatto. Quando si tratta di partite in trasferta, ovviamente la stessa situazione non ha alcun senso. Secondo i nostri dati, forniti alla Corte federale, 900 tifosi non sono abbonati all’Olimpico su 1.700 presenti nel settore ospiti di San Siro: ecco perché la norma è illogica». Per quanto riguarda la gara con il Genoa, si torna in sospensione condizionale, così come era stato disposto dopo Roma-Napoli del 18 ottobre scorso.
Nessuna svolta, ma la Corte di giustizia federale ha fatto un piccolo passo in avanti, perché ha specificato che «occorre acquisire elementi di maggiore dettaglio, anche dal punto di vista formale, in ordine alle notizie che il Procuratore Federale assume come "apprese dall’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive" e che fanno riferimento generico alla circostanza che i sostenitori della società Roma, posizionati nel settore ospiti in occasione della gara Milan-Roma del 16/12/13, assistono "normalmente" alle partite casalinghe nel settore oggetto di chiusura da parte del Giudice di prime cure».
Qualcuno si è accorto che non era affatto scontato che i tifosi presenti al Meazza fossero abbonati in Sud. Per l’Inter il discorso è diverso e il supplemento d’indagine è stato richiesto per «la percezione reale del fenomeno d’espressione di discriminazione, dovendosi constatare che nel rapporto dei tre collaboratori federali non vi è cenno, bensì si ha riguardo solo alla «percepibilità» da parte dei due settori confinanti a quello occupato dalla tifoseria ospite». È insomma venuto meno il principio di «dimensione e percettibilità», necessario per chiudere un settore per cori razzisti. Marco Fassone, dg dell’Inter, è soddisfatto della decisione della Corte: «Vuol dire che il contenuto del nostro ricorso era meritevole di un ulteriore approfondimento. La sospensione significa che la norma desta perplessità per mille ragioni. Abete e Beretta ne sono a conoscenza, la Lega intera deve trovare delle soluzioni, concrete, non ipocrite, e che non penalizzino i club. Non so se cambierei la regola, ma i meccanismi vanno rivisitati. È eccessivo chiudere un settore da 8 mila posti per i cori di poche persone: c’era troppa sproporzione».
Il derby si giocherà con la Nord presente, non sarebbe stato lo stesso senza. Il rischio di problemi di ordine pubblico ha pesato sulla decisione della Corte di giustizia federale, che ha provato a mettere una toppa ad una legge che fa acqua da tutte le parti. La Figc ha introdotto la condizionale due mesi fa, pensando che un avvertimento potesse ammutolire i tifosi, abituati a cantare cori che non possono più cantare perché «discriminatori» o che addirittura vengono fraintesi, come nel caso dei romanisti che intonavano «rossoneri carabinieri» e non «rossoneri squadra di neri». Nel caos generale si è optato per una sospensione, un atto di consapevolezza.
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