rassegna stampa

La passione di Big Jim e i soliti eccessi

(Il Tempo – T. Carmellini) – «Boni, state boni!» Incitava alla calma il mitico Aldo Fabrizi in un pezzo storico del cinema italiano. E il consiglio di un romanista doc come lui andrebbe seguito anche dal popolo giallorosso alle prese...

Redazione

(Il Tempo - T. Carmellini) - «Boni, state boni!» Incitava alla calma il mitico Aldo Fabrizi in un pezzo storico del cinema italiano.

E il consiglio di un romanista doc come lui andrebbe seguito anche dal popolo giallorosso alle prese con lo Zeman bis e con una Roma rifatta da capo a piedi dopo il disastro della scorsa stagione. Nella capitale calcistica (ma non solo) si vive di eccessi, ci si infervora e monta la testa dopo nove successi di fila in altrettante amichevoli e ci si dà l'estrema unzione dopo un pareggio, bruttino sì, ma viziato da un gol in fuorigioco, un altro dubbio e un rigore grosso così negato. Insomma i soliti eccessi già visti più volte, che non si limitano alla squadra nel suo complesso («A Natale entrano le majorette» era il pronostico più moderato prima del campionato), ma vanno nel dettaglio dei singoli e fanno vittime illustri. Totti?«Co' Zeman nun po' gioca', ar massimo po' fa er regista». Bojan? «Quest'anno co' Zeman se stufa de segna'». Stekelenburg?«Zeman nun lo vole, s'è innamorato de sto' uruguaiano e comunque pe' lui è mejo Lobont».Nico Lopez?«Hai visto che gol!? È un fenomeno a Milano se parte da lui e poi scegli te gli altri dieci».

Come sempre la verità sta nel mezzo, ci vorrebbe più serenità nelle valutazioni positive così come in quelle negative. La posizione in campo e la quantità di partite che verranno giocate quest'anno da Totti saranno stabilite dalla sua condizione, perché Zeman non fa sconti a nessuno. Su Bojan e Stekelenburg l'evoluzione delle cose ha già di fatto dato le sue risposte: il primo è sul mercato, l'altro non si tocca e per quanto riguarda il giovane talento che ha fatto un gran gol contro il Catania vale l'incipit di apertura: «Boni, state boni...», dategli tempo di diventarlo un fenomeno, altrimenti si rischia di ridurlo in polpette. Dulcis in fundo il presidente. Come ampiamente annunciato da tempo, Pallotta sarà il nuovo presidente della Roma subentrando a quel DiBenedetto sul quale si era prima fantasticato e poi detto davvero di tutto: in perfetto stile Capitale. Anche qui molto rumore per nulla: Pallotta ci ha preso gusto, la giostra giallorossa gli piace eccome, eppoi... Vuoi mettere essere il presidente della Roma!? Insomma «sti americani senza 'na lira, che fanno i fenomeni coi sordi de' Unicredit e quindi i nostri», più che gente di passaggio capitata qui per caso, sembrano avere intenzioni serie, essere in grado di investire soldi e, udite udite: «so' anche capaci». E adesso chi lo dice alle vedovelle?