Punteggio severo, partita vera, Italia perfettibile. Gli azzurri perdono contro il Belgio ma la squadra di Conte non demerita: due regali della difesa azzurra spianano la strada ai fiamminghi che erano andati sotto in avvio. Ottimo primo tempo, ripresa in apnea: il tre a uno finale è un risultato per alcuni aspetti ingannevole.
rassegna stampa
Italia bella ma non basta
Contro il Belgio ko pesante nel risultato (3-1) ma buona prova degli azzurri. Candreva subito a segno, poi le reti di Vertonghen, De Bruyne e Batshuayi
Dopo tre minuti l’Italia passa: Candreva cambia gioco per Florenzi, il romanista affonda e mette in mette in mezzo, Mignolet respinge la girata di Pellè, il laziale mette dentro a porta vuota. L’Italia controlla la reazione del Belgio con padronanza, palleggia con personalità, propone gioco, cerca di uscire sempre dalla propria trequarti con un fraseggio articolato. Candreva è scatenato: salta Cavanda con una facilità disarmante, poi batte col destro impegnando Mignolet. Il Belgio soffre la rapidità degli azzurri che hanno la capacità di aprire il fronte offensivo con repentini cambi di gioco, ma la formazione di Wilmots trova il pareggio quasi a sorpresa - sugli sviluppi di un calcio d’angolo - con Vertonghen che sfrutta un blocco a centro area per colpire di testa indisturbato: corner regalato, gol evitabile, Parolo perde di vista il suo diretto avversario che supera Buffon senza affanni. Uno a uno. L’Italia non si perde d’animo; la squadra di Conte gioca a pallone sfruttando i punti deboli dell’avversario, pressa scientemente i giocatori meno dotati nel palleggio, si difende chiudendo ogni spazio; Pellè gioca di sponda, Florenzi e Candreva sono due spine nel fianco per la difesa belga, Marchisio propone un calcio aristocratico fatto di stile e concretezza, Parolo si infila la tuta da operaio cercando di limitare i palleggiatori di Re Baldovino. E’ una partita vera, giallo per Lombaerts che fa un’entrata in gioco pericoloso su Pellè, poco dopo ammonito anche Chiellini che ferma De Bruyne.
Al 39’ sul maxi schermi passano i nomi delle vittime del 29 maggio 1985; il gioco quasi si ferma, c’è un possesso di palla inoffensivo, lo stadio applaude, lo sguardo va in cielo, la commozione prende il sopravvento. Si torna a giocare, Florenzi scatta ancora sulla destra e appoggia all’indietro, Eder arriva col passo lungo e calcia senza centrare il bersaglio. L’Italia rischia nel finale quando De Sciglio regala una ripartenza clamorosa sbagliando una rimessa laterale, Chiellini recupera in extremis su Lukaku ed evita il peggio silenziando la minaccia. L’Italia nella ripresa prova a interpretare lo spartito dei primi quarantacinque minuti, ma ora il Belgio appare più propositivo; Vertonghen - favorito da un rimpallo - calcia malamente, poi Witsel ha la possibilità di battere a rete ma non capitalizza l’occasione. Altra minaccia, con Ferreira Carrasco che non sfrutta un’altra opportunità in contropiede consentendo il recupero ai difensori. L’Italia soffre, Conte corre ai ripari inserendo Soriano al posto di Parolo: l’innesto restituisce tono al centrocampo, gli azzurri al 62’ sfiorano il raddoppio con Eder che prima colpisce la traversa, poi riprende la respinta della trasversale e di testa fallisce il bersaglio col portiere fuori causa.
Le squadre si allungano, un tiro cross di De Bruyne taglia l’intera area italiana, Witsel non ci arriva, la palla esce di una spanna. Un minuto dopo (74’) Bonucci regala un pallone mortifero in fase di impostazione, Buffon compie un grande intervento su Batshuayi, ma è costretto a capitolare sul tiro di De Bruyne. Gli azzurri replicano immediatamente con Pellè, Mignolet compie un intervento prodigioso sul colpo di testa del centravanti italiano togliendo il pallone dalla porta. Entra El Shaarawy e sfiora subito l’incrocio, ma a otto minuti dal termine il Belgio chiude la pratica con Batshuayi che infila Buffon sul primo palo. Tre a uno. Tutti a casa, tra applausi e speranze.
(S. Pieretti)
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