rassegna stampa

Il vero De Rossi per la volata

(Il Tempo – A.Austini) Quando il gioco si fa duro, i duri incominciano a giocare. La Roma rientrata in lizza per la Champions ha bisogno per la volata finale del suo «duro», quello che negli ultimi due mesi non ha più avuto.

Redazione

(Il Tempo - A.Austini) Quando il gioco si fa duro, i duri incominciano a giocare. La Roma rientrata in lizza per la Champions ha bisogno per la volata finale del suo «duro», quello che negli ultimi due mesi non ha più avuto.

Dopo un inizio di stagione in cui sembrava tornato ai livelli delle stagioni spallettiane, Daniele De Rossi. tra un infortunio e l’altro, ha dovuto tirare il freno a mano, proprio nel momento in cui si è messo alle spalle la tormentata vicenda del contratto. Malignità a parte, dietro al calo di rendimento di «capitan futuro» c’è sicuramente più di un problema fisico. Prima un’infiammazione agli adduttori che faceva sospettare una pubalgia (...), poi una tallonite causata dagli scarpini e dal terreno dell’Olimpico troppo duro, quindi la botta al gomito in allenamento. Nonostante tutto, De Rossi ha continuato a pedalare ma a un ritmo ridotto. «Ho parlato troppo presto: fino a dicembre - spiega il centrocampista - avevo detto che stavo benissimo e non avevo problemi. Poi, invece, ho fatto due-tre mesi non proprio tranquillissimi, ma l’importante è esserci e che la Roma vinca».

Il peggio è passato:secondo i medici ora è in salute. De Rossi parla da Ostia, casa sua, dove è intervenuto alla «Pasqua paralimpica». Una mattinata passata accanto a chi aiuta i disabili prima di tornare nell’altra «casa» a Trigoria. Luis Enrique, come i predecessori, non riesce a fare a meno di lui, lo stakanovista della squadra: con 2191 minuti De Rossi guida la classifica dei più presenti in campionato davanti a Stekelenburg (2185). Non è una novità per una «macchina» macina-partite chenelle ultime nove stagioni, Nazionale esclusa, ha messo insieme la bellezza di 349 presenze comprese le 25 di quest’anno. Prima di tuffarsi negli Europei gliene restano otto con la Roma per inseguire il terzo posto. «Dobbiamo continuare a crederci, le sconfitte di Udinese e Napoli ci danno un vantaggio ulteriore». L’ammucchiata per l’Europa tiene in corsa tutti e neanche Luis Enrique si nasconde più. «Ma lui ci sta caricando né più e né meno di quanto facesse un mese fa. Adesso ci saranno ancora più stimoli anche se non ce n’era bisogno. Siamo lì vicino e bisognerà continuare a pedalare». Più forte.

C’è bisogno di tutti nel discesone finale, a cominciare dai difensori. De Rossi torna a centrocampo e allora toccherà a Kjaer tirare fuori gli attributi. «Domenica è stato uno di quelli che mi aiutato di più anche perché conosce meglio i movimenti del difensore. È stato un grande, poi se i tifosi non sono contenti di me, di lui o di come abbiamo giocato è un altro discorso:possono dire quello che vogliono». C’è chi se la passa peggio dei romanisti, basta pensare ai tifosi del Bari. «C’è grande amarezza (...) quando escono delle cose e delle persone nuove. Speriamo che finisca al più presto e che ci siano meno giocatori coinvolti possibili». Meglio non scommetterci.