rassegna stampa

Il tunnel senza fine di Strootman

Kevin è un caso medico da 17 mesi, sta ancora male, si allena ma non migliora. Impossibile dire quando tornerà. E ci chiede: come tornerà?

Redazione

Chiudete gli occhi. E immaginate Strootman nel centrocampo della Roma. L’uomo-lavatrice che può cambiare da solo un reparto, una squadra, un campionato. Può, ma non adesso, perché se riaprite gli occhi la situazione è sconfortante. Kevin è un caso medico da 17 mesi, sta ancora male, si allena ma non migliora. Impossibile dire quando tornerà. Semmai la domanda è: come tornerà?

Se lo chiede anche lui, nel pieno del suo «dramma personale» per usare le parole del ct olandese Blind. L’ottimismo lo ha perso da un pezzo, l’ennesima mazzata al morale è arrivata in uno dei tanti consulti medici dell’estate: Strootman è indietro sulla tabella di marcia, non riesce ancora a estendere completamente il ginocchio. Dopo il secondo intervento chirurgico del gennaio scorso, in cui gli è stata curata la «sindrome del ciclope» (una conseguenza della prima operazione al crociato di marzo 2014) ed è stata trattata una lesione alla cartilagine, nei mesi successivi ha usato le stampelle per scaricare il peso dal ginocchio, poi ha ripreso gradualmente a lavorare fino agli allenamenti in campo, anche con il pallone, seguito passo passo in vacanza e a Trigoria dal fisioterapista della nazionale olandese Massier, da quello della Roma Ferrelli e dal preparatore Lippie.

A questo punto doveva essere più avanti, vicino al rientro, invece adesso sta addirittura riflettendo sulla possibilità di ricorrere a un terzo intervento che lo costringerebbe, di fatto, a saltare anche la stagione appena iniziata. Sarebbe l’extrema ratio, da scegliere nel momento in cui capisse che l’alternativa sarebbe il ritiro dall’attività. Cosa alla quale non pensa minimamente.

Ma l’idea che ci sia bisogno di cambiare percorso gli è venuta durante le tre visite specialistiche in cui si è sottoposto in giro per il mondo negli ultimi mesi. Prima in Olanda, dal prof. Van Dijk che lo ha operato due volte, senza ottenere i risultati sperati. Poi negli Stati Uniti da un chirurgo di fiducia del presidente Pallotta e in Germania su indicazione del nuovo responsabile medico di Trigoria, Helge Riepenhof. I pareri sono discordanti. C’è chi gli consiglia di ricorrere nuovamente alla chirurgia, chi di insistere col lavoro in palestra e sul campo. È un momento delicatissimo per il gigante olandese, che presto prenderà una decisione. Se optasse per l’operazione, difficilmente lo farebbe di nuovo in Olanda.

Intanto la Roma maledice la sfortuna e gli resta vicina. A tal punto che durante una visita del procuratore a Trigoria ha offerto a Strootman di rinnovare il contratto di un altro anno, spostando la scadenza al 2019. Il modo più concreto per dirgli: ti aspettiamo. Ad occhi chiusi.

(A.Austini)