rassegna stampa

Il tiro al piccione su Totti scatena un altro derby sul web

La battuta del capitano al Festival di Sanremo fa imbufalire i laziali per l'aquila Olympia

Redazione

Due piccioni con una fava. Totti ha lanciato un’esca tutta da ridere a Sanremo e mentre faceva arrabbiare i tifosi della Lazio, che si sono sentiti tirati in causa dalla canzone preferita dal capitano «Vorrei avere il becco» di Povia, in realtà celebrava l’amore. Con la sua Ilary, che presentava nell’edizione del 2006, vinta proprio dal cantautore milanese. Ogni riferimento all’aquila biancoceleste sarebbe dunque puramente casuale. O almeno co sì pare. A chiarire l’equivoco è stata Maria De Filippi, portavoce del numero 10 nella conferenza stampa di ieri: «Francesco ci tiene a far sapere che la battuta del piccione non è contro la Lazio, ma parla realmente di quella canzone, perché era in gara quando a condurre c’era la Blasi». Il dubbio però rimane, innanzitutto perché Totti sceglie di dire «Il Piccione» al posto del titolo originale del brano, rendendo la gag perfetta, e poi perché – scaletta alla mano – è venuto fuori che con gli autori aveva preso accordi diversi: «Si può dare di più», il successo di Morandi, Tozzi e Ruggeri doveva risuonare al termine dell’intervista con Conti e la De Filippi sul palco dell’Ariston. Ma lui ha spiazzato tutti e la musica non è partita. Una svista o una trovata geniale? Il web come sempre si divide.

La precisazione della conduttrice ha solo attenuato la polemica dopo l’esplosione sui social network degli sfottò in perfetto stile derby. Ieri le radio romane hanno trasmesso in loop la canzone di Povia, qualche ascoltatore ha telefonato per imitare il verso del piccione, e intanto dall’altra parte della capitale qualcuno ha ricordato come la Roma perse il derby dopo la battuta dello stesso capitano sui gabbiani (era il 13 ottobre 2011, durante una conferenza a Trigoria, in risposta a una domanda su Olympia: «Andasse al mare a farsi un giro, tanto aquile, gabbiani… So’ tutti uguali». Ovviamente, i laziali sperano «che succeda così anche stavolta: gli starebbe bene». Sui social i romanisti postano foto di un pollo arrosto con le patate, sopra lo scudetto della Lazio e la scritta: «Il piccione al forno ha sempre il suo perché», i laziali replicano con un altro tema di stretta attualità: «Ao’ se casco dalle scale me danno er rigore», con Totti che scende la gradinata dell’Ariston. E al prossimo penalty? «Mo’ je faccio er piccione», suggeriscono. C’è stato anche chi ha rivisitato il video e al momento clou dell’annuncio ha piazzato il classico coro sulla «Coppa in faccia». Poi l’intromissione di qualche juventino sarcastico: «È più facile che vinca Sanremo che lo scudetto». Tra i tifosi vip si è esposta Paola Turci, cantante in gara a Sanremo, di fede laziale: «Adoro lo sfottò. So a memoria la formazione dello scudetto del 1974 e se incontrerò Totti la snocciolerò davanti a lui. E gli stringerò la mano, con grande rispetto». Il miglior modo per archiviare le chiacchiere da bar, come canterebbe Povia.

Che poi non hanno fatto altro che far schizzare alle stelle gli ascolti: quando è salito Totti sul palco, per la presentazione di Nesli e Alice Paba, Rai 1 ha registrato il record della serata con 14 milioni e 340 mila spettatori. Quasi 2 milioni in più della media. Qualsiasi direttore lo assumerebbe subito e non a caso Andrea Fabiano si è lasciato stuzzicare dall’ipotesi di Francesco presentatore in futuro: "Una bellissima idea: si è dimostrato brillante e con Ilary forma una bellissima coppia nella vita reale e sul palco". Sarebbero soldi ben spesi, visto l’uso che ne fa il capitano della Roma: il cachet della serata è stato interamente devoluto in beneficenza a varie associazioni, tra cui quelle che si occupano delle popolazioni terremotate. Lo showman ha il vizio di fare del bene, sfottò a parte. Il giallo è scoppiato ameno di un mese dalla prossima stracittadina, la prima delle tre che accenderà l’Olimpico in questa seconda parte di stagione. Totti, over 40 per età e numero di derby giocati in carriera (nessuno come lui), si è scaldato a suon dibattute. Probabilmente, poi, per tutta l’Italia ad eccezione di Roma e dintorni il fuoriprogramma del capitano sarà passato quasi inosservato, ma da queste parti tira sempre aria di derby. E non c’è smentita, o atto d’amore, che tenga.

(E. Menghi)