rassegna stampa

Il rugbista Lo Cicero: “Siamo classe ’76 e non molliamo mai”

Italy?s prop Andrea Lo Cicero salutes the crowd after the Six Nations International Rugby Union match between Italy and Ireland at the Olympic Stadium in Rome on March 16, 2013. Italy prop Andrea Lo Cicero said yesterday the upcoming final Six Nations game against Ireland will be his last for the Azzurri.  AFP PHOTO / GABRIEL BOUYS        (Photo credit should read GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

L'ex pilone della nazionale: "Francesco ha una qualità immortale, riesce sempre a dare un tocco di classe, porta la poesia nel gioco e non tutti riescono a farlo"

Redazione

Io e Francesco Totti abbiamo la stessa età, da coetaneo, sportivo e amico sono felice che abbia deciso di continuare a giocare a pallone. Gli mando sempre dei messaggi per ricordargli che la classe ’76 è eterna. Io ho lasciato la palla ovale a 37 anni, ho voluto farlo per far crescere i giovani della squadra, ma poi mi sono pentito della scelta di ritirarmi così presto, avrei potuto dare il mio contributo ancora per un po’. Francesco ha una qualità immortale, riesce sempre a dare un tocco di classe, porta la poesia nel gioco e non tutti riescono a farlo. Tante ne aveva viste San Siro in passato e non è stato giusto negargli l’ingresso in campo domenica in quello stesso stadio. Non solo per i tifosi che desideravano omaggiarlo, ma per l’animo dell’atleta, che non può non sentirsi sofferente e mortificato. Ti chiedi cosa hai dato al pubblico, alla società, alla maglia che hai indossato per una vita, pensi che quella possa essere la tua ultima apparizione, l’ultimo minuto, perché non si sa mai cosa può accadere.

Un allenatore dovrebbe capirlo e sfruttare al massimo un campione del genere, fino all’ultimo minuto. Spalletti in questo momento ha le maggiori responsabilità sulla vicenda. Totti è valido ed è evidente che c’è qualche problema tra i due. Questo tipo di situazioni possono destabilizzare una stagione intera, se ci sono difficoltà dell’allenatore con un giocatore andrebbero risolte, e fuori dal campo. Per il bene della squadra. Se non sono cose personali ma di campo, allora deve avere la correttezza di dire a Totti che non crede in lui, deve essere coerente così lo sarà anche il giocatore. Non esiste che sia un dirigente appena arrivato a dare la notizia più importante, è mancanza di rispetto nei confronti di un calciatore che ha fatto la storia di un club importante come quello giallorosso. Sarebbe stato meglio se a dare l’annuncio fossero stati Spalletti e Totti insieme, in una conferenza con giunta. C’è un iter sportivo, un’etica che va a prescindere da tutto. C’è la stima per un uomo, un atleta, per quello che ha fatto e per l’attaccamento a questa maglia. Secondo me Francesco farà sempre la sua partita, non ha motivo di fare cose diverse, è un professionista e sa come deve agire. Il potere è in mano ai giocatori, l’allenatore non scende in campo ed è lì che Totti ha sempre detto presente e dimostrato il suo valore. Totti resterà Totti sempre, la maglia numero 10 è un dettaglio. Spetta alla società decidere e certo farebbe piacere se venisse ritirata, sarebbe un gesto unico e galante.