A testa alta, contro la prima della classe, come riporta Il Tempo. La Roma esce indenne da San Siro tiene botta all'Inter capolista e porta via un punto importantissimo per la classifica ma soprattutto per la testa. Serviva una prova convincente e la Roma a Milano gioca e piace per lunghi tratti: anche al ct Mancini che in tribuna applaude più volte.
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Il muro della Roma ferma la capolista
Un punto importantissimo per la classifica ma soprattutto per la testa
Ma è stata una gara di sofferenza contro l'Inter costruita per vincere lo scudetto e che per la prima volta non segna un gol quest'anno in campionato: a dimostrazione che la difesa giallorossa, ha tenuto eccome. La squadra di Fonseca parte forte, gioca una grande prima mezz'ora poi rallenta perché alla distanza escono i padroni di casa che al momento sono più squadra dei giallorossi decimati dagli infortuni. L'allenatore portoghese non sa più cosa fare e a che santo votarsi. Perde bomber e portiere titolari alla vigilia. Si ritrova con Dzeko influenzato in panchina e Pau Lopez addirittura in tribuna. Basta? No, perché quindici minuti dopo il fischio di avvio di un ottimo Calvarese, perde anche Santon ed è costretto a mettere dentro uno Spinazzola ancora lontano dalla forma migliore.
Le assenze costringono il tecnico lusitano a cambiare le carte in tavola: Zaniolo parte da attaccante centrale (e almeno in avvio non fa male per niente: sua una delle due occasioni della serata giallorossa), Pellegrini per la prima volta con la fascia al braccio da capitano della «sua» Roma. La profezia si avvera ma al giovane centrocampista romano, non riesce di mettere la ciliegina sulla torta di San Siro. Perché l'Inter quando affonda fa paura e ci vuole uno Smalling in formato stellare per fermare Lukaku: l’inglese, anche lui «osservato» dal ct inglese Southgate venuto a Milano per seguirlo, non sbaglia nulla esce dal campo come migliore dei suoi, annullando il poderoso fisico del rivale. Insomma è suo quello che alla vigilia qualcuno aveva maldestramente definito il "black friday" di San Siro.
L'abbraccio tra i due tecnici a fine partita mostra la stima reciproca, Conte sa di avere incontrato un rivale all’altezza e gli concede gli onori di casa. Certo, la Roma soprattutto nella ripresa ha sofferto, si è spesso chiusa dietro e ha trovato anche un Mirante in grado di dire «no» almeno un paio di volte ai padroni di casa. Ma va bene così.
Il bilancio è un pareggio per il quale in molti avrebbero pagato prima della partita. Un punto che forse all'Inter va un po' più stretto, alla Roma benissimo. Ma Conte sa bene che stasera all'Olimpico anche per la Juve sarà tutt'altro che una passeggiata contro la lanciatissima Lazio di Inzaghi. Ma quella è tutta un'altra storia.
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