rassegna stampa

Il maestro batte l’allievo

(Il Tempo – A.Austini) Zeman-Stramaccioni finisce 3-1, il decano della serie A straccia il ragazzino cresciuto forse troppo in fretta.

Redazione

(Il Tempo - A.Austini) Zeman-Stramaccioni finisce 3-1, il decano della serie A straccia il ragazzino cresciuto forse troppo in fretta.

L'altro maestro, quello con la maglia numero 10 della Roma, continua a insegnare calcio a dispetto dell'età. Con due così ci sarà da divertirsi. «Sto bene fisicamente - dice Totti a fine partita - le gambe girano e in questo modulo mi trovo alla perfezione. Poi quando la squadra gioca così è tutto più facile anche per me». A sinistra può iniziare un'altra, l'ennesima vita calcistica per chiudere in bellezza la carriera. E pazienza se i gol saranno di meno, che poi è tutto da vedere. «A fine primo tempo ci siamo messi d'accordo con Osvaldo: uno dei due doveva segnare, l'ha fatto lui ed è stato un gol pesantissimo da dedicare ai tifosi che ci hanno seguito. Va benissimo così». Un Totti maturo, anche nelle parole. «È una Roma completa, abbiamo fatto una grande partita, non è certo facile venire qui a vincere. Ma ora è inutile esaltarci: restiamo con i piedi per terra e cerchiamo di ripetere ogni domenica questa prestazione». Una nota di merito per Florenzi:«È stato bravo ma lui non è più un giovane, è abituato ormai a giocare a grandi livelli».

Zeman si coccola il capitano. Averlo mantenuto, in un certo senso rimesso al centro della Roma è una delle mosse vincenti. «Francesco - riconosce il boemo - ha fatto quello che doveva e avevamo preparato. Su di lui non parlo più, è un grande giocatore e rimarrà sempre tale, noi cerchiamo semplicemente di sfruttare le sue doti. Ha iniziato sul centrosinistra, da mezzo esterno tra le linee, dove può trovare lo spazio per la giocata. Ripete le stesse cose di tredici anni fa, gli è sempre piaciuto regalare assist ai compagni e magari oggi, con qualche ferro dentro le caviglie, il tiro in porta non gli riesce più come prima. Ma sta bene, ha svolto tutta la preparazione e mi ha fatto un grande piacere vederlo rincorrere l'avversario sui sessanta metri». Da un romano all'altro, Florenzi, che in tanti hanno scoperto solo ieri. Non certo Zeman: «È stato stabilmente nell'Under 21 quindi vuol dire che qualcuno si era già accorto di lui. Ho tanti altri ragazzi bravi, penso a Marquinhos e Romagnoli: con loro la difesa può essere a posto per i prossimi dieci anni. Pjanic? Se fosse stato bene giocava». Chissà se proprio al posto di Florenzi.

La voglia dei giovani, la classe di Totti e Osvaldo, il carattere di Burdisso e De Rossi: così si può sognare davvero. «Siamo noi a dover far sognare la gente - dice Zeman - Con l'Inter abbiamo fatto una buona partita, a tratti molto buona, la vittoria ci dà la convinzione di essere sulla strada giusta e poter dominare le partite, ma i margini di crescita sono alti. Mi è piaciuta la voglia di attaccare e cercare la profondità. A me non interessa il possesso palla, ora bisogna lavorare sui ritmi». Il bicchiere, ovviamente, è pienissimo in una serata del genere. Zeman torna da protagonista tra i grandi e anche gli avversari lo accolgono con piacere: lo striscione esposto a suo favore degli interisti non ha precedenti. «Li ringrazio, sono convinto che la gente voglia il calcio pulito e possono scriverlo anche senza il mio nome». Alla Juventus stavolta fa «i complimenti perché ha vinto alla grande», ma dietro quel sorriso nasconde i commenti sull'arbitraggio tanto discusso che stavolta tiene per sé. Così come non è interessato ad accendere la rivalità con la Lazio prima in classifica. «Ci penseremo quando arriverà il derby».

Immancabile invece il passaggio sulla scellerata espulsione di Osvaldo. «Stavolta è meglio che non parlo, si vede bene che voleva solo coprirsi il volto». E siamo a tre torti. Ma a Zeman vincere così piace ancora di più.