Destini incrociati, il gigante e il piccoletto. Antonio Mirante è la scommessa vinta di Claudio Ranieri, Alessandro Florenzi l'uomo in grado di riemergere nel momento più importante, come riporta Il Tempo.
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Il gigante e il piccoletto: Mirante e Florenzi decisivi
Il portiere: "Sono venuto qui conscio del mio ruolo, le cose sono cambiate e giocare è bello: non ho mai avuto l'atteggiamento di chi viene a svaccare"
Il 35enne di Castellammare di Stabia è una certezza, Olsen per il momento dovrà farsene una ragione: a trionfare è la rivincita dell'usato sicuro. Da nove partite il titolare della Roma è l'ex Bologna: il rigore parato in casa del Genoa ha messo una toppa alla prestazione meno brillante della sua esperienza romanista, contro la Juventus è arrivata la miglior partita del suo periodo giallorosso, merito delle chiusure provvidenziali su Cuadrado e Dybala.
Proprio lui che è calcisticamente nato con la Juve, anche se le strade si sono separate presto. Ora, dopo anni di provincia, Mirante ha preso al volo la sua occasione. Anche Ranieri, nel post partita con la Juventus, lo ha ringraziato e il portiere ha contraccambiato: "Al di là della scelta del mister siamo un po' cambiati a livello di atteggiamento difensivo, siamo meno esposti e quando abbiamo palla siamo quasi sempre messi bene. Questo ci fa ritrovare fiducia e i risultati stanno arrivando, ci stiamo sacrificando per arrivare quarti anche se sappiamo che le cose si sono complicate. Non è demerito dell'allenatore precedente, è anche nostro demerito perché in campo ci andiamo
noi, ma il fatto di non prendere gol porta una serie di conseguenze positive. Sono venuto qui conscio del mio ruolo, le cose sono cambiate e giocare è bello: non ho mai avuto l'atteggiamento di chi viene a svaccare".
Ha saputo attendere, partendo come seconda scelta per poi superare il portiere svedese: i rapporti tra i due sono ottimi, c'è una sana rivalità. Ranieri ha scelto l'esperienza e ha puntato su di lui: se la Roma ha ancora una chance di centrare l'Europa che conta, una buona fetta di merito è anche sua.
L'altro mattone, e che mattone, lo ha messo Alessandro Florenzi, per qualche istante in libera uscita dai compiti difensivi a cui lo aveva costretto la Juve del primo tempo. Dopo lo scontro verbale con Cristiano Ronaldo, che lo aveva palesemente provocato - "Sei troppo piccolo per parlare" - salvo poi chiarire nel giro di qualche secondo, l'esterno giallorosso ha letto bene una brutta uscita di Chiellini, raccogliendo l'assist di Dzeko come quando agiva da attaccante: scavetto sul tentativo di Szczesny di oscurargli la visuale della porta e corsa disperata a festeggiare un gol pesante, bramato da tempo. Il riscatto dopo tante critiche, con le tante voci sul rinnovo di contratto che non hanno aiutato il polso della piazza.
A fine partita, la gioia ha preso voce ai microfoni di Roma Tv: "Ronaldo è un Pallone d'Oro e pensa di avere il diritto di fare ciò che ha fatto, io ho cercato di continuare a giocare. Faccio tante stupidaggini in campo, però rimangono lì. Non dobbiamo più guardare la classifica ma giocare le prossime due gare al massimo come siamo riusciti a fare contro la Juventus, dobbiamo dare tutto e cercare di fare sei punti, poi vedremo dove saremo. Dobbiamo finire il campionato senza rimpianti e guardarci tutti in faccia alla fine, sapendo che abbiamo dato tutto". Nella
notte da Champions, Florenzi ha provato a riprendersi la Roma e i suoi tifosi.
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