rassegna stampa

Il brutto di Zeman

(Il Tempo) Alzi la mano chi uscendo dallo stadio non si è ripassato a mente tutti i crolli della prima Roma allenata dal boemo.

Redazione

(Il Tempo) Alzi la mano chi uscendo dallo stadio non si è ripassato a mente tutti i crolli della prima Roma allenata dal boemo. Inutile rifare l'elenco, adesso è molto più utile ascoltare l'analisi del tecnico al termine di una partita surreale. Una grande Roma che si trasforma a un tratto nella peggiore versione vista finora. Il risultato è la prima sconfitta stagionale, dopo l'en plein delle amichevoli e i quattro punti tra Catania e Inter. «È stato un brutto colpo» ammette Zeman che si prepara a un'altra settimana in cui si parlerà molto di lui. Stavolta non per attacchi al mondo juventino, bensì per la sua filosofia di calcio che non sempre paga.

«Dicono che le squadre allenate da me non difendono bene, ma con i nostri giocatori pensavo di poter fare meglio. Il mio concetto è cercare di stare "corti" e più lontano possibile dalla nostra porta». La Roma l'ha fatto solo per un tempo . «Penso - continua l'allenatore - sia stato un problema mentale. Ci sono molti giovani nella nostra rosa, ma dobbiamo imparare a giocare 90 minuti. Dopo il primo tempo ci siamo accontentati: non eravamo più aggressivi e siamo andati in balia dell'avversario a cui abbiamo lasciato spazi grandi. A me dispiace perdere una partita così, i ragazzi non hanno tutti i meccanismi in testa e questo si paga». Difetti di gioventù secondo Sdengo. «Siamo una squadra giovane, a parte Totti sono tutti intorno ai 20 anni tra centrocampo e attacco. Si devono abituare, devono fare esperienza. Ancora dobbiamo imparare delle cose, la squadra deve mantenere un comportamento per tutta la gara. Non abbiamo fatto sovrapposizioni e le giocate che proviamo a Trigoria».

I gol incassati ieri sono poco «zemaniani»: non contropiedi o inserimenti a sorprendere la difesa alta, semmai una serie di pasticci individuali. «Sono stati errori grossolani» accusa il boemo. Sul primo gol di Gilardino il tecnico spiega che «uno doveva attaccare quello che crossava e Piris era in posizione sbagliata. Ma l'ho sostituito perché nel primo tempo aveva spinto tanto e nel secondo non faceva più questo lavoro. Volevo provare ad attaccare con Marquinhos». La reazione, però, non è arrivata. «C'è stata, ma fatta in modo sbagliato. A fine partita buttavamo palla in avanti, invece dobbiamo sforzarci di costruire e giocare insieme. Cattiveria c'e stata, vedendo i cartellini gialli che sono tanti. Semmai abbiamo perso il filo del gioco, anche se ci siamo impegnati abbiamo fatto le cose sbagliate: serviva più concentrazione».

E adesso l'effetto-entusiasmo, che ieri ha portato a riempire ancora lo stadio, rischia di svanire. «Mi dispiace che i tifosi tornano a casa delusi. Faremo di tutto per dare loro soddisfazioni, la squadra c'è per farlo - promette Zeman - ora analizzerò la partita con i giocatori, capiremo cosa è successo e cosa li ha bloccati». Finale sui singoli: «Destro si è mosso bene, gli è mancato il gol. Ma poteva esserci un riferimento migliore. L'ammonizione di Totti? È stato un fallo di reazione dopo che lo hanno strattonato. Succede, ma non è stato un bene e avrà tempo per riflettere».