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“Grazie Roma” tra gli inni sacri

“Grazie Roma” tra gli inni sacri - immagine 1
A quarant'anni dall'uscita, si ricorda uno dei famosi inni di Antonello Venditti
Redazione

Scrivere un inno? Non è mica roba per tutti. Sugli inni non si scherza: specialmente se ti tocca cantarli alzandoti, mano sul cuore, rigorosamente a memoria. Come scrive Roberto Nicolucci su Il Tempo è impossibile parlare di inni senza pensare ad Antonello Venditti, romanissimo del quartiere Trieste, classe 1949. Quando aveva poco più di 30 anni ha messo in cantiere un capolavoro apparentemente facile, quasi banale, ma che in realtà è una finta semplice. Si tratta ovviamente di "Grazie Roma", che compie quarant'anni. Auguri al Maestro e a questo che, per festeggiare il secondo scudetto della Roma nel maggio del 1983 è diventato un grande inno della nostra musica e cultura. Impossibile non pensare anche al videoclip: una panoramica di Roma dall'alto dei primi anni '80. Poi spurato il Campidoglio, si entra al Colosseo dove appare finalmente Antonello al pianoforte e la sua gran massa di capelli. Dieci anni prima, un altro omaggio alla città: "Roma Capoccia". Riascoltando "Grazie Roma" emerge che è una canzone perfetta. Un introduzione cantata senza parole che non si leva dalla testa fino ad un ritornello dedicato alla città di Roma.

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