rassegna stampa

Garcia: “Scudetto? Dobbiamo ancora crederci”

(Il Tempo-E.Menghi) Non si aspetta che la Juventus frani di colpo Garcia, ma saggiamente dice che «non c’è bisogno che perda, ma che perda punti. E lo si fa anche con un pareggio». In 31 partite dei bianconeri ci sono soltanto tre segni «X»...

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(Il Tempo-E.Menghi)Non si aspetta che la Juventus frani di colpo Garcia, ma saggiamente dice che «non c’è bisogno che perda, ma che perda punti. E lo si fa anche con un pareggio». In 31 partite dei bianconeri ci sono soltanto tre segni «X» e due sconfitte, nelle prossime sette gare di campionato dovrebbero lasciare per strada qualche punticino che la Roma vorrebbe rosicchiare per continuare a sperare nello scudetto, capolinea ideale di un’annata da record: «Io sono un tipo ottimista – enfatizza Rudi in conferenza –, sono positivo e ambizioso: dobbiamo essere tutti così, nello spogliatoio e nel club. Dobbiamo guardare in alto, è il modo migliore per ottenere risultati più alti. Dobbiamo vincere più partite possibile, a partire da domani. Se si aprirà la possibilità di andare ancora più in alto dovremo esserci. Finché la matematica non ci condanna, dobbiamo crederci. Lo abbiamo visto già in altri campionati di rimonte che sembravano impossibili. Il fatto di essere una Roma da record è merito di tutti, ma io voglio fare i record a fine stagione, non adesso».

Undici punti, otto nel caso di vittoria nel recupero con il Parma, sono comunque tanti da riprendere: «Come a febbraio giocheremo per vincere, stavolta giochiamo solo noi, Napoli e Juventus non lo fanno. Se siamo in grado di prendere 3 punti saranno pesanti, perché allungheremmo sul terzo posto e ci avvicineremmo alla vetta. Il Parma ha fatto 16 risultati positivi e ora tre negativi, questo forse cambia». Non cambiano invece le intenzioni dei giallorossi, che non devono badare al calibro dell’avversario ma al proprio obiettivo: «Il Parma gioca per raggiungere l’Europa, ma non importa chi ci sia davanti, noi abbiamo tanta fame. Speriamo di vedere molti tifosi che si aspettano di andare avanti. Giocare alle 18.30 non è il massimo, ma speriamo che tutti i tifosi che lavorano abbiano una mezz’ora dal loro capo per vedere l’Olimpico il più pieno possibile». Per Garcia la gara di domani è quasi una finale, perché permetterebbe alla Roma di essere sicura della Champions League. E il ritorno in Europa era il primo obiettivo fissato a inizio stagione: «Su questo aspetto direi di sì, possiamo considerarla una finale. La matematica dice che saremmo quasi in Champions, poi è meglio arrivarci senza fare i preliminari. Speriamo di parlare della Champions domani, prima che la giochino gli altri. Non è matematicamente un match point per il secondo posto, ma sarebbe un vantaggio importantissimo». Del mercato Rudi non parla, ma sa che «ogni anno la rosa è differente. E vale per tutti i club del mondo», ma adesso pensa al presente, «a raggiungere un bel traguardo con questa rosa, che lo merita e che è unita. Mi piacerebbe tanto vivere una cosa bella a fine anno con questi ragazzi». Per la cosa più bella serve una rimonta che sembra impossibile, ma la storia del calcio ne è piena, perciò Garcia chiede di crederci. L’Inter di Cuper perse lo scudetto all’ultima giornata, facendosi riprendere proprio dalla Juventus, quella di Lippi. Quella di Ancelotti, invece, era arrivata ad avere nove punti di vantaggio sulla Lazio di Eriksson che si laureò campione d’Italia nel 2000. Per una volta, la Roma potrebbe prendere esempio dagli avversari di sempre.