rassegna stampa

Garcia ha un solo obiettivo: tornare a vincere all’Olimpico

Il tecnico alla vigilia di Roma-Sampdoria: "Giocare davanti ai nostri tifosi deve essere una motivazione in più, non deve inibire la squadra. Totti sembra aver recuperato, punto su di lui".

Redazione

Così come era finita la striscia vincente di dieci successi consecutivi nel primo anno giallorosso di Garcia, è destinata a concludersi, prima o poi, la serie negativa di pareggi all’Olimpico. Sei di fila in campionato, tre mesi e mezzo senza i tre punti in casa. Il tecnico francese spera di sfatare presto questo tabù: «Se vediamo tutte le partite, da inizio gennaio, la squadra ha fatto sempre cose interessanti. Non per tutta la partita e non con continuità, ma spesso siamo andati in svantaggio e siamo riusciti sempre a rimontare. Vuol dire – dice nella conferenza alla vigilia di Roma-Sampdoria – che c’è una mentalità di ferro e una coesione forte, altrimenti non sarebbe possibile fare queste cose. Ovviamente ora bisogna tornare alla vittoria nel nostro stadio, dove è sempre un onore giocare, e davanti ai nostri tifosi. Deve essere un vantaggio e una motivazione in più, non deve inibire la squadra. Penso che tutte le strisce, che siano positive o negative, hanno sempre una fine». L’unica eccezione è rappresentata dalla «legge della serie» che riguarda gli infortuni: «Totti ha fatto oggi il primo allenamento con noi, ma lo ha fatto al 100% e sembra aver recuperato. Conto su di lui, come conto su tutti gli altri. Io preferisco sempre avere tutta la rosa a disposizione, piuttosto che averne metà fuori. Domani avremo le soluzioni per avere una squadra competitiva, mi fido sempre dei giocatori che ho a disposizione, gli altri li possiamo solo aspettare. Non intendo gestire nulla, intendo mettere in campo una squadra per vincere senza pensare nemmeno per un secondo a giovedì. Questo è il mio approccio alla gara».

Il capitano dovrebbe partire dalla panchina, dove forse prenderà di nuovo posto anche Doumbia, tornato tra i convocati l’8 marzo ma mai impiegato né contro il Chievo né contro la Fiorentina: «Ora sta bene, sta migliorando sotto tutti i punti di vista. Abbiamo ricominciato quasi da capo la preparazione fisica e piano piano sarà utilizzabile». La Coppa d’Africa gli aveva tolto tutte le energie e anche Gervinho, escluso dall’undici titolare a Firenze, ha faticato al rientro dalla Costa d’Avorio: «Ho una rosa a disposizione e me ne servo, ogni giocatore è importante per me. La storia di una stagione, e quella di quest’anno in particolare, insegna che chi non gioca durante una partita può diventare importante per la successiva. Non ho solo Gervinho, ho altri attaccanti e alcuni stanno tornando. Penso anche ad Ibarbo, che tornerà in gruppo martedì, dopo la Samp, e sarà una risorsa in più. Preferisco avere delle scelte e mettere in campo la squadra migliore per un certo tipo di partita. Tutta la mia rosa è importante». Florenzi è il più malleabile, «ma tutti gli attaccanti aiutano in difesa e lui sa anche attaccare: lo abbiamo visto a Firenze con l’occasione per Ljajic a fine primo tempo. Non lo metterei davanti se pensassi che è solo un giocatore di equilibrio. ? un giocatore offensivo, di fascia destra, quello è il suo ruolo e lo schiero dove la squadra ha più bisogno: terzino o attaccante, ma anche centrocampista. L’ultima gara l’ha finita lì».

Tra Samp e Fiorentina potrebbe anche iniziarne una da lì, viste le assenze di Nainggolan e De Rossi. Ci sarà Keita, uno dei leader della squadra, in gol sia contro la Juve sia contro i viola: «Non c’è solo l’allenatore a spingere la squadra, ci sono anche i leader sul campo. Keita è un esempio di questo, non solo per le reti segnate. Non è che si pareggia in 10 contro la Juve senza leadership sul campo, non è che a Firenze, con i problemi avuti nel primo tempo, pareggiamo ugualmente senza leadership in campo. Soprattutto dopo il rigore sbagliato». L’esperienza fa comodo quando si tratta di reagire a un episodio, anche se troppe volte alla Roma serve quell’episodio per far sì che scatti la molla dell’orgoglio. L’uscita di De Rossi dal campo per infortunio ha destato sospetti e portato nuove critiche all’indirizzo di un giocatore a cui non si perdona quasi nulla: «Daniele – lo difende Garcia – è uno dei migliori giocatori italiani, un grande campione. ? ancora giovane e sa fare tutto. Ha sbagliato un passaggio e si è infortunato in quell’azione, può succedere, ma ai miei occhi non cambia nulla. Resta un giocatore importante che ci aiuterà nel futuro, e non parlo solo per questa stagione. Poi ci sono cose che riguardano società e squadra e non riguardano nessun altro, come le cose che si dicono nello spogliatoio». Però ci sono anche le cose che si dicono fuori dallo spogliatoi, come le frasi di Nainggolan nel post-Fiorentina, che hanno fatto un po’ discutere: «Solo un pochino?», ironizza Garcia, che poi dà spettacolo: «? il compleanno di qualcuno di voi oggi? No? Allora vi auguro un buon ìnon compleanno”. Quella di Nainggolan è una ìnon-vicenda”, allo stesso modo».