Più forti della Juventus ad ottobre, una «squadra scarsa» a marzo. La profonda involuzione della Roma è sotto gli occhi di tutti da quando il pareggio è diventato una cattiva abitudine, ma lo 0-0 col Chievo ha fatto scattare un campanello d’allarme molto più rumoroso, perché a suonarlo è stato Garcia.
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Garcia: “Non è la mia squadra”
Per la prima volta l'allenatore giallorosso prende le distanze dai giocatori: "Non fanno quello che chiedo, è ora di dirsi la verità"
Deluso come mai prima d’ora, arrabbiato con i giocatori intorno ai quali aveva costruito un muro di difesa altissimo, spiazzato dalla bruttezza di un gioco in cui non rivede nessuno dei suoi insegnamenti. «È un pareggio brutto - ammette il francese - non somiglia per niente ai precedenti. La squadra è stata scarsa, abbiamo giocato male e senza rabbia. Potevamo restare in campo altre tre ore senza segnare. A volte ci sono delle vittorie scoraggianti o delle sconfitte incoraggianti, questo è stato un pareggio inquietante. Di positivo c’è solo il punto preso giocando così male».
La cosa più preoccupante è la dichiarazione d’intenti non mantenuta in campo: «Era importante dare dei palloni alle spalle dei giocatori del Chievo e non li ho visti. Era previsto un pressing alto per tutta la partita, ma le cose che succedono in campo poi sono un po’ differenti. Abbiamo sbagliato scelte e questo terreno secco non aiuta un possesso palla veloce, ma non cerco alibi. Abbiamo fatto troppi errori, troppi passaggi semplici sbagliati. Nel primo tempo non ho riconosciuto la mia squadra e forse non era mai successo. Bisognava ascoltare e vedere bene il lavoro di video che facciamo sempre prima delle partite: così perdiamo solo il nostro tempo. Spero che in futuro servirà un po’ di più ai giocatori, non c’è stato nessuno migliore degli altri». Non si salva nessuno, nemmeno il responsabile diretto di questa situazione, Garcia: «Abbiamo sbagliato tutti, io per primo».
Oggi pomeriggio chiamerà la squadra a rapporto: «Bisognerà dirci la verità e avere una reazione forte, perché le partite arrivano velocemente. Spero che i giocatori mi diranno che è stato troppo brutto per essere vero. È bizzarro perché eravamo in un momento positivo: questa gara mi stupisce nella sua negatività».
Prima di confrontarsi con dirigenti e giocatori, Rudi dovrà votare l’allenatore meritevole della Panchina d’Oro 2013-14 questa mattina a Coverciano: un appuntamento-beffa dopo la brutta prestazione di Verona, nel ricordo della bella stagione scorsa chiusa al secondo posto. Quest’anno c’è il rischio di perdere anche quello: «Dobbiamo difenderlo, ma per farlo dobbiamo giocare meglio e tornare a vincere. Se vediamo la squadra che ha pareggiato col Chievo, rischiamo la Champions, se vediamo quella contro la Juve o contro il Feyenoord no. Noi non molleremo. Serve un’ottima prestazione per passare il turno in Europa contro una squadra in forma come la Fiorentina».
L’unico pensiero dolce è per Mattiello: «Gli faccio i miei migliori auguri. Un infortunio così incide sulla testa dei calciatori, ma non vogliamo alibi». È scoccata l’ora della verità.
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