rassegna stampa

Garcia non dimentica: “La Juve è davanti e sappiamo come”

Il tecnico chiude il capitolo "luci russe": "Parlo di calcio e di cose importanti. Mezza squadra in tuta non ha nulla da nascondere"

finconsadmin

Quello che è successo a Mosca resta a Mosca, dai pugni agli armadietti alle tentazioni notturne. Garcia chiude il capitolo numero cinque del libro della Champions, conservando il fattore rabbia, utile per affrontare una nuova gara, quella contro l’Inter, con lo spirito da battaglia che serve per continuare la corsa allo scudetto. «Sono qui per parlare di calcio – attacca Rudi in conferenza stampa – e di cose importanti. Mezza squadra in tuta non ha nulla da nascondere, basta con queste stupidaggini. La Roma è in grande salute. Importa solo concentrarsi su domenica, l’Inter ha parametri forti, ma sappiamo anche che dentro lo spogliatoio, a qualche metro, ho 30 ragazzi carichi al massimo che non vedono l’ora di giocare davanti ai nostri tifosi. Faremo di tutto per giocare bene e vincere questa partita. Il campionato non dipende da domenica, anche se domenica sarà la partita più importante dell’anno perché è la prossima. Dopo il pari con il Cska erano tutti arrabbiati e si vede in campo da quando siamo tornati. I giocatori li devo frenare in allenamento e mi piace così, vuol dire che sono tutti carichi».

Gli piace anche avere finalmente delle scelte da fare: «Sono 2-3 giorni che posso lavorare con 24 giocatori, prego per fare delle scelte tutta la stagione, vuol dire che siamo tornati numerosi. Maicon sarà convocato, vedremo se sarà in campo dall’inizio o no. Anche Yanga-Mbiwa sarà convocato ed è una grande notizia». Il francese ha tagliato i tempi di recupero e, anche se non ha fatto nemmeno un allenamento in gruppo, ha guadagnato un posto in panchina con due sedute differenziate a ritmi alti, con contrasti e pallone inclusi. Gervinho è sembrato sottotono a Mosca, ma Garcia non vede un calo: «Sul 75% dei gol c’è sempre lui in mezzo. Non vuol dire che gioca sempre bene, a Mosca non ha giocato bene è ovvio, non c’è alibi anche se ha avuto un’allergia nel primo tempo. Mi aspetto di più da lui, sicuro, ma come da tutti gli altri». Nessun alibi per chi ha sbagliato nell’azione dell’1-1, e non c’entra solo De Sanctis: «Anzi, Morgan ha fatto qualcosa di fantastico: si era dimenticato di dire che era colpevole, non più degli altri, ma poi è tornato indietro e ha detto che anche lui è responsabile. Lo spogliatoio è unito». E ha consolato Strootman per il pallone perso. Per rivedere l’olandese al 100% servirà ancora tempo: «La sua condizione è accettabile, quando uno è fuori da 8 mesi è normale che ha bisogno non solo di allenamenti con la squadra, ma anche di partite. Sappiamo tutti che è un grande giocatore e che tutta l’Europa del calcio lo vuole: noi siamo contentissimi del suo ritorno, sarà un giocatore fondamentale come lo è stato nel passato».

Ljajic, invece, è in crescita: «Adem deve essere decisivo e in questo momento lo è. Sta bene fisicamente, è forse il giocatore che corre di più quando gioca, lui aiuta tanto la Roma. Ha ancora un po’ di strada da fare per essere al livello di Hazard, ma è normale, ognuno ha la sua strada. Mi auguro di vincere dei titoli insieme a lui, e nient’altro». A prescindere da chi giocherà (il serbo dovrebbe andare in panchina, stavolta), l’obiettivo è, oltre i tre punti, un gioco un po’ più spettacolare rispetto alle ultime uscite:«Se giochiamo male domenica e vinciamo sarò contento, ma per il futuro non mi sembra in grado di portare risultati e io sono qua non solo per vincere domenica ma anche la prossima e tutte le gare della stagione. L’Inter ora gioca a 4 in difesa e non più a 5, abbiamo studiato le ultime due partite. Noi dobbiamo fare in modo di essere la Roma. Non mi piace mai vedere un allenatore esonerato prima della fine della stagione (Mazzarri, ndc), ma quando c’è un nuovo allenatore i giocatori sono più concentrati e lottano di più. Giochiamo nel nostro giardino, l’Olimpico è importante per noi perché i nostri tifosi sono fantastici. Domani in 12 saremo più forti sicuramente». Garcia non ha rimpianti, «neanche un 1%, nemmeno in Champions» e continua a ricordare la maledetta trasferta a Torino: «La Juve ha 3 punti più di noi e sappiamo tutti come li ha ottenuti». Allegri non bada al come: «Abbiamo la Roma a tre punti, ci sono molte partite ancora da giocare, quindi è ancora tutto in ballo. Bisognerà mantenere il profilo basso, perché nel calcio, da una settimana all’altra, da un giorno all’altro, si passa dall’essere una squadra forte all’essere una squadra di somari».