Per il paradiso dei vincenti la strada è ancora lunga e tortuosa, ma l’inferno del 26 maggio è un ricordo ormai lontano. Il Virgilio della Roma è la sua guida, Garcia, capace di rimettere la chiesa al centro del villaggio dopo che si era spostata tanti passi più in là. Ha preso la squadra per mano un anno e mezzo fa, l’ha condotta alla vittoria scaccia-crisi che serviva per ridare ordine alle cose, stravolte da 90 minuti e un’estate d’infelicità. Rudi ha imparato il manuale del romanista a memoria e ci ha messo del suo, importando dalla Francia espressioni proverbiali diventate subito cult. Lo hanno presto definito il Mourinho francese e il calcio italiano ora gli fa la predica, ma lui tira dritto verso il terzo derby in giallorosso con l’obiettivo di mantenere la chiesa lì dove l’ha rimessa.
rassegna stampa
Garcia ora è al centro della Roma
Lo hanno presto definito il Mourinho francese e il calcio italiano ora gli fa la predica, ma lui tira dritto verso il terzo derby in giallorosso con l’obiettivo di mantenere la chiesa lì dove l’ha rimessa.
L’importanza di questa sfida l’ha colta appena messo piede nella capitale, ha letto sulle facce sconvolte di giocatori e dirigenti la paura di affrontare di nuovo la Lazio dopo la debacle di Coppa, quando il calendario della scorsa stagione aveva un cerchio rosso intorno alla quarta giornata. «Un derby non si gioca, si vince», il motto della vigilia, ribadito a risultato acquisito (copiato poi da Reja e da Mihajlovic). Poi l’atto d’amore verso la Sud: «Mi sento uno di voi, romanista come voi».
Lì è ricominciato tutto, anche se per voltare pagina c’è voluta più di una vittoria. Dieci di fila, per l’esattezza, e un sogno in cui credere dopo tanto tempo. Lo scudetto ora è a un punto di distanza e passa anche dal derby, snodo chiave del campionato. La Juve andrà a Napoli la sera della stracittadina e per la Roma si presenta una grossa chance. Ecco perché Garcia i suoi calcoli li aveva fatti prima di andare a Udine, col taccuino dei diffidati alla mano. Rischiare di giocare domenica senza Nainggolan sarebbe stato da sprovveduti e Rudi non lo è. A De Rossi ha consigliato di andarci piano nei contrasti e lui ha obbedito, chiedendo scusa al primo fallo innocuo al Friuli. Florenzi è subentrato quando Totti ha finito le riserve d’ossigeno. Altra scelta in ottica derby: preservare il capitano. Garcia ha un successo e un pareggio all’attivo nelle stracittadine romane. Quando il numero 71, quello del gol decisivo di Lulic, ha iniziato a ricorrere troppo spesso, il tecnico francese non ha perso l’occasione di deridere i laziali: «Si sono gasati troppo, per me si tratta di scarsa ambizione». La Roma ne ha da vendere e qualche innesto potrebbe anche aumentarla. Oggi Sabatini sale a Milano, il calciomercato è l’unica distrazione ammessa prima del derby.
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