A pochi metri di distanza, inconsapevoli di quello che avrebbe potuto dire l'altro. Mentre Luciano Spalletti annunciava l'intenzione di regalargli una maglia da titolare per il match di questa sera con il Palermo, Francesco Totti scuoteva i muri di Trigoria scoperchiando il disagio accumulato in questi lunghi mesi di silenzio. Il capitano ha preferito affidarsi ai microfoni di Rai Sport, in un'intervista a Donatella Scarnati in cui ha preferito affrontare i temi legati principalmente al presente e quindi di conseguenza prendere di petto i dubbi di chi sarà chiamato a decidere se e come continuerà il suo futuro in giallorosso.
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Game over. Il Capitano contro Spalletti
Lo sfogo di Totti scontento e amareggiato: attacco a tecnico e proprietà. Addio vicino?
«Io non sto qua a dire voglio giocare, perché non l'ho mai detto a nessuno che voglio giocare - l'ammissione del numero 10 nelle anticipazioni mandate in onda ieri sera durante il Tg1 - . Sto bene e sono a disposizione, mi scade il contratto a giugno e valuterò qualsiasi cosa dovesse uscire. Così non riesco a starci perché sto male io e la gente che mi sta intorno».
Ha ragione Zeman quando dice che Totti andrebbe gestito meglio?
«Gestire meglio sarebbe un bene per tutti, più che altro avere un po' di rispetto per quello che ho dato a questa società, a questa squadra, cercando sempre di mettere la faccia davanti a tutti».
Il presidente Pallotta tra qualche giorno sarà a Roma.
«Ci metteremo a tavolino, io dirò la mia, lui dirà la sua sperando che tutti ne escano contenti».
Che cosa ti aspetti?
«Mi aspetto correttezza».
Qual è il tuo rapporto con Spalletti?
«Un rapporto... buongiorno e buonasera. Però lo stimo sia come persona che come allenatore, dico alla società Roma di tenerlo in considerazione anche per il futuro. Speravo però che tante cose lette sui giornali me le avesse dette in faccia. Quello sì».
Una deflagrazione di dichiarazioni dai toni duri poco gradita alla società, che avrebbe preferito tenere tra le mura di casa una questione difficilmente risolvibile almeno fino a quando non arriverà l'intervento diretto di Pallotta. Anche perché l'insoddisfazione di Totti continua a rimanere legata all'ultimo viaggio del presidente americano, quando il colloquio privato tra i due non registrò alcun passo in avanti sulla possibilità di prolungare il contratto del numero 10 per un altro anno. Francesco ha preferito vuotare il sacco pubblicamente dopo l'incertezza che continua a respirare intorno a sé dalla proprietà e dal tecnico, che nelle ultime settimane aveva ribadito in più occasioni, la volontà di occuparsi in primis delle priorità della squadra e non del singolo giocatore.
Oggi intanto Totti avrà una nuova occasione per dimostrare di essere ancora competitivo sul campo, perché lanciato l'ultimatum, le risposte e le garanzie fisiche di un ragazzo alla soglia dei quarant'anni saranno i fattori necessari per una eventuale riconferma. Nell'immediato però ci sarà ancora tanto da risolvere, dalla tempistica di un'intervista andata in scena a poche ore dal fischio d'inizio di una gara di campionato al rapporto già logorato con Spalletti, deluso più che altro da alcuni atteggiamenti del capitano romanista. Dalle incomprensioni in panchina al momento del cambio durante l'ultima sfida di Champions con il Real Madrid fino al desiderio di vederlo più coinvolto nella vita quotidiana della squadra. Mai come in questa occasione si è arrivati così vicini ad un bivio, che soltanto Pallotta potrà indirizzare. Far felici tutti, è già diventato impossibile.
(A. Serafini)
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