La Roma è tornata, se non del tutto almeno in parte: quel che basta per portar via tre punti importantissimi per classifica e morale dal sintetico del Sassuolo. Esattamente cinque mesi dopo torna segnare tre gol in una partita, resta in scia alla Lazio e in corsa per un posto in Champions. Garcia cambia, anche troppo: uomini, modulo (almeno tre quelli usati durante la gara) e alla fine la spunta.
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Finalmente è vera Roma
Garcia cambia, anche troppo: uomini, modulo (almeno tre quelli usati durante la gara) e alla fine la spunta
Eppure alzi la mano chi, subito dopo l’infortunio di Keita nel riscaldamento, non si era messo le mani nei capelli per la scelta di Garcia: dentro Doumbia con Totti che resta in panchina (con una faccia a dir poco scura). E invece proprio quella scelta, per uno strano destino (il calcio in questo senso è una roba incomprensibile), si rivelerà decisiva dopo solo sei minuti dal fischio d’inizio: cross di Pjanic, stacco di testa decisivo dell’ivoriano che segna il primo gol in giallorosso spazzando via tutte (o quasi) le polemiche dei giorni scorsi: compreso quel riscaldamento imbarazzante a San Siro. Roma in vantaggio grazie a un attaccante: non succedeva dallo scorso 22 febbraio.
La partita di Doumbia poi finirà lì, ma è l’inerzia giusta che serviva alla Roma per crederci e concedere al jolly Florenzi (altra partita da terzino destro) il tempo giusto per siglare il 2-0 con un euro gol. Bisogna tornare indietro (sempre a febbraio) per ritrovare una partita nella quale la Roma, colta da un’anemia pazzesca, aveva segnato almeno il secondo gol in una partita.
La Roma sembra aver ritrovato voglia e velocità e forse la scelta del tecnico francese di tener fuoriTotti va letta proprio in questa chiave: il capitano, protagonista assoluto dell’avvio a razzo della stagione giallorossa, probabilmente non garantisce in questo momento il dinamismo preteso da Garcia. Solo le prossime scelte diranno se si è trattato di semplice turnover o di una nuova lettura tattica del tecnico, che già contro l’Inter aveva messo Pjanic dietro alle punte al posto del leader giallorosso.
Teoria puntualmente smentita da i primi venti minuti della ripresa nei quali la Roma, ad un tratto, sembra tornata quella sterile vista nelle ultime uscite: a tratti inguardabile, che continua a sbagliare delle palle incredibili. Fino al gol di Pjanic (tornato su ottimi livelli) che firma il 3-0 ma deve ringraziare il gran lavoro di Gervinho: dribbling e assist che salvano la sua serata fin qui impalpabile.
Il resto è normale amministrazione prima dei tre fischi di Mazzoleni che riconsegnano a Garcia una Roma per certi versi ritrovata e che continua a credere nel secondo posto ancora nelle mani della Lazio solo un punto più su.
Ora fra tre giorni il Genoa all’Olimpico per scoprire se quello arrivato dall’Emilia è un segnale credibile, se lo stadio «amico» ha smesso di far paura a questa squadra che in casa si è riscoperta troppe volte piccola piccola e se le cose «rubate» dai microfoni a bordo campo tra De Rossi e Garcia (che già in settimana aveva rivendicato il suo ruolo di leader) lasceranno un segno. O magari serviranno da stimolo ulteriore: qualora ce ne fosse bisogno.
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