rassegna stampa

Finalmente la Roma

Apre Dzeko, pari Banega, Manolas punisce l’Inter per il riscatto giallorosso. Partita pazza, difese distratte ma alla fine Spalletti batte con merito De Boer

Redazione

La prima vera gioia stagionale arriva contro l’Inter e riporta i giallorossi dove meritano di stare, lì sul podio a un punto dal Napoli che andranno a sfidare al San Paolo dopo la sosta. Una vittoria sofferta, nel complesso meritata, di quelle che possono darti una spinta d’entusiasmo anche se le nazionali ora spezzeranno il ritmo del campionato.

Doveva essere la partita tra le due grandi «imperfette» e così è stato, con una valanga di occasioni per parte, soprattutto nel primo tempo. Gare del genere se le aggiudica chi sbaglia meno e alla fine è stata la Roma, premiata quando sembrava a un passo dal ripiombare nella sua incomprensibile depressione calcistica di questo avvio di stagione.

All’Olimpico c’erano solo 36mila paganti e per una volta gli assenti si sono persi uno bello spettacolo che valeva la pena vivere dal vivo. La notizia del pre-partita è nella formazione della Roma: Nainggolan fuori per scelta tecnica - ma Spaletti spiegherà che era a rischio infurtunio - con Florenzi a fare le sue veci da «guastatore» sulla trequarti centrale, Perotti largo a sinistra e Dzeko rimesso al centro dell’attacco e autore di una delle migliori prestazioni da quando è arrivato. Spalletti sceglie saggiamente di coprirsi un po’ sul fianco sinistro dove gioca l’ex Juan Jesus, una mossa che consente a Bruno Peres di agire dove rende di più, a destra, e l’azione del vantaggio lo dimostra subito.

De Rossi e Strootman ringhiano in mediana che è una bellezza, dall’altra parte nessuna sorpresa: è l’Inter dei titolari a trazione anteriore, guidata da Joao Mario in mezzo al campo e illuminata dal genio di Banega. Partita bellissima sin dall’inizio, col gol da centravanti vero di Dzeko dopo cinque minuti su assist di Bruno Peres - e De Rossi mostra ai tifosi il nome del bosniaco stampato sulla maglia urlando verso la Tevere «pezzi di m...» - poi la bordata di Banega che fa quasi crollare il palo e il piatto di Bruno Peres largo.

Inter sotto nel punteggio per l’ottava volta su nove partite compresa l’Europa, ma per nulla impaurita. La squadra di De Boer fa la partita come aveva auspicato Spalletti alla vigilia, i giallorossi aspettano e appena c’è un varco innescano la velocità di Salah che mette a nudo i limiti difensivi dei nerazzurri. Ma l’egiziano vive una serata alla Gervinho e per due volte nel giro di pochi minuti si divora il raddoppio. Di là è Candreva a tentare la sforbiciata senza fortuna. E si continua così fino all’intervallo: un’altra clamorosa palla-gol sbagliata da Florenzi, una giocata di Dzeko a cui manca solo il tiro finale, ma anche nell’area romanista piovono palloni a raffica e la difesa sbanda. Solo un miracolo di Szczesny e la mira sbagliata di testa da Miranda fanno chiudere il primo tempo sull’1-0, risultato che non rispecchia affatto la mole di occasioni create dalle due squadre.

L’avvio di ripresa sembra mostrare una Roma più convinta. È il momento in cui potrebbe sferrare il colpo del ko, ma ancora una volta Handanovic respinge bene su Perotti. De Boer si gioca tre sostituzioni una dietro l’altra, Nagatomo, Gnoukouri (perché?) e Jovetic, Spalletti, invece, può giocarsi solo la carta El Shaarawy, con Salah che non prende affatto bene la scelta del toscano. Le maggiori energie in campo propiziano il pareggio: Gnokouri lo sbaglia, Banega no, lasciato troppo solo in area e bravo a beffare un De Rossi fin lì perfetto. L’inerzia si dovrebbe spostare sul lato interista e invece accade il contrario. La carambola Manolas-Perisic-Icardi (il grande assente) spinge il pallone alla spalle di Handanovic e la Roma è di nuovo avanti.

Entrano Paredes e solo nel finale Nainggolan, il portiere nerazzurro toglie non si sa come il tris a Dzeko, la difesa di Spalletti stavolta resiste e alla fine esplode il boato di liberazione dell’Olimpico. L’ha vinta anche il toscano nel confronto con De Boer: i cambi dell’Inter non hanno portato a nulla, il cuore della Roma è valso più di una rosa numericamente inferiore.

(A. Austini)