rassegna stampa

Il fattore africano per rimontare

Garcia ritrova Gervinho e accoglie Doumbia, due «acquisti» fondamentali in attacco per rilanciare la sfida alla Juve, aspettando Iturbe e Ibarbo

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Gervinho non ce l’ha fatta a guardare l’infinita serie di rigori decisa alla fine dal portiere Barry. «A un certo punto non ci credevo più» ha ammesso la «freccia» giallorossa, inserita nella top 11 del torneo. Ma il vero spettacolo se l’è gustato ieri insieme ai compagni per le strade e nello stadio di Abidjan sommerso dalla gente.

Dopo aver «gufato» gli Elefanti d’ Africa nei primi turni, domenica a Trigoria hanno fatto il tifo per i gioielli di casa, perché a quel punto volevano evitare a entrambi una delusione che sarebbe stata vissuta come un dramma sportivo. L’ultimo prezzo da pagare sono altri due giorni di festa: Gervinho e Doumbia sono attesi a Roma tra mercoledì sera e giovedì mattina, poi nel pomeriggio in campo alle 15 per il secondo allenamento settimanale. Il nuovo acquisto dovrà anche sbrigare le ultime formalità - mancano ancora le visite mediche - e sarà presentato in settimana. Salvo imprevisti farà parte del gruppo anti-Parma, con probabile debutto in panchina, mentre Gervinho sarà subito titolare.

Due «acquisti» fondamentali in attacco per rilanciare la sfida alla Juve, aspettando Iturbe e Ibarbo: il primo ne avrà per un altro mesetto, idem il colombiano volato a Barcellona insieme al medico sociale Colautti per farsi controllare il ginocchio dal prof. Cugat: primi test positivi. Toccherà a Verde completare la batteria degli esterni nel prossimo ciclo verità: cinque partite in quindici giorni, compresa la doppia sfida in Europa League con il Feyenoord e lo scontro diretto con la Juve all’Olimpico. Fondamentale, quindi, il recupero di De Rossi pronto a tornare titolare con il Parma, concedendo magari un turno di riposo a Nainggolan o Pjanic. In sua assenza Rudi ha chiesto aiuto a Keita, l’altro africano in rosa che deve ancora decidere se rinnovare il contratto in scadenza a giugno: la Roma lo ha già preparato, la parola spetta a lui che vuole capire se potrà ancora essere utile alla causa.