rassegna stampa

Fatta le legge, trovato l’inganno

(Il Tempo – A.Austini/ E.Menghi) – Una pausa di riflessione. Ecco per cosa dovrebbe optare oggi la Corte di giustizia federale, tirata in causa da Roma e Inter dopo che il giudice sportivo ha chiuso le curve per cori discriminatori.

finconsadmin

(Il Tempo - A.Austini/ E.Menghi)- Una pausa di riflessione. Ecco per cosa dovrebbe optare oggi la Corte di giustizia federale, tirata in causa da Roma e Inter dopo che il giudice sportivo ha chiuso le curve per cori discriminatori. Il disastro combinato è talmente grande che serve tempo per riparare al danno. Si va, infatti, verso la sospensiva della pena, con richiesta di ulteriori indagini. La doppia sentenza dovrebbe avere esito uguale: curve riaperte in attesa di approfondimenti.

Tutto nasce da esigenze di ordine pubblico. A Milano c’è stato un summit tra tifosi rossoneri e nerazzurri: #nonèderbysenzacurve, come hanno twittato in molti ieri, una solidarietà che fa paura e la Corte vorrebbe mettere ordine, non creare più caos. Pare anche che il Prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, avesse pronte misure per riaprire la curva interista, proprio per evitare disordini, ma ieri sera è arrivata la smentita. La difesa del club nerazzurro parte dal presupposto che non può esserci recidiva, dato che la prima sanzione - la chiusura decisa dopo Torino-Inter - è stata sospesa, e quindi non giudicata, dalla stessa Corte dopo il ricorso in appello. L’Inter, inoltre, non vede equità nel punire le espressioni di discriminazione territoriale contro i napoletani e non quelle contro gli abitanti di Milano o Roma. Al San Paolo, poi, erano 320 i nerazzurri, per il derby sarebbero 7.500: per educarne pochi se ne punirebbero molti, moltissimi.

La Roma, che oggi alle 13.30 in via Campania sarà rappresentata dal dg Baldissoni, è decisa a vincere questa battaglia. Come? Ci sono immagini e video a dimostrare che il coro era stato frainteso e che l’originale «rossoneri carabinieri», come si sente chiaramente nell’audio pubblicato da iltempo.it martedì pomeriggio, non è a sfondo razziale. Ma soprattutto c’è un fatto che la Roma vuole far valere in sede di giudizio: circa 900 dei 1.700 tifosi romanisti presenti a San Siro non solo non sono abbonati in Curva Sud, ma non sono proprio abbonati. Si tratta per lo più di sostenitori residenti in Lombardia o in altre regioni italiane e che, perciò, non hanno nulla a che fare con i settori chiusi. Eppure, stando a quanto riportato nel comunicato ufficiale del giudice sportivo, «come precisato dal Procuratore Federale con nota pervenuta in data odierna, i tifosi della società Roma, posizionati nel settore ospiti in occasione della gara Milan-Roma del 15/12/2013, assistono normalmente alle partite casalinghe nel settore denominato Curva Sud dello stadio Olimpico di Roma».

In pratica, si dà per scontato che chi va in trasferta è un abitudinario della Sud, ma oltre la metà di chi al Meazza gridava «rossoneri carabinieri» - e non «rossoneri squadra di neri» - in Sud non ci può proprio andare, perché il settore è esaurito in abbonamento. Sarebbe un vero paradosso chiudere quello spicchio con il Catania e lasciare vuota anche la Nord con il Genoa. Giovanni Malagò sta con la Roma: «Ha fatto benissimo a fare ricorso. Bisogna capire bene cosa hanno sentito e cosa è stato detto». Una «sottile» differenza.