rassegna stampa

E sulle cubature la trattativa è infinita

Ennesimo incontro tecnico tra l'assessore Berdini, la Roma e Parnasi. Si cerca una difficile intesa, ma il tempo stringe: domani nuovo round

Redazione

Alla fine, un film sostanzialmente già visto, mal girato e privo di grandi spunti. È la sintesi della giornata di ieri per il dossier Stadio della Roma di Tor di Valle. Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, all’incontro con i proponenti il progetto non si è presentata. In più, invece di vedersi in Campidoglio a Palazzo Senatorio, l’appuntamento è stato dirottato alla sede di viale del Turismo, all’Assessorato all’Urbanistica. Insomma, a casa del più acerrimo avversario del progetto: l’assessore Paolo Berdini. Motivazione ufficiale dello spostamento: la concomitante seduta del Consiglio comunale con il rischio di contestazioni. In realtà, in rete, si era diffuso il tam tam di sit in sia dei favorevoli che dei contrari al progetto. Insieme a Berdini, la delegazione capitolina era composta dal vicesindaco, Luca Bergamo, dal presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito, e dal capogruppo pentastellato in Aula Giulio Cesare, Paolo Ferrara. Dall’altro lato, Mauro Baldissoni e Umberto Gandini, rispettivamente direttore generale e amministratore delegato dei giallorossi, insieme al costruttore, Luca Parnasi.

Al termine dell’incontro, il solito ritornello già visto e sentito: facce sorridenti, grandi (metaforiche) pacche sulle spalle e tutto va bene, c’è la volontà di trovare l’accordo. E l’avvio del tavolo tecnico. Anzi, dei tavoli tecnici. Perché, a differenza di quanto avvenne a inizio gennaio, quando la Raggi, incontrando i proponenti, lanciò l’idea, mai realizzata, di predisporre un tavolo tecnico che lavorasse a una soluzione condivisa, questa volta i tavoli tecnici sono due: uno per sciogliere il rebus cubature e l’altro per sistemare la questione prescrizioni. Ricordando cosa diceva l’ex leader del Partito Socialista, Bettino Craxi (se non vuoi risolvere un problema, convoca un tavolo), che qui i tavoli siano due la dice lunga. Anche perché questo cliché è lo stesso che viene propinato alla città da oltre tre mesi, da quando, cioè, sono iniziati questi incontri «costruttivi» fra Roma e la Roma. Su carta, comunque, i giallorossi si aspettano a breve, forse già questo giovedì, la formalizzazione di una proposta da parte del Campidoglio che, finalmente, metta nero su bianco questa reiterata volontà di trovare un accordo. Una giornata che, al di là di questo (scontato) esito è stata movimentata, manco a dirlo, dall’ennesima performance mediatica di Paolo Berdini.

In un’altalena di esternazioni, Berdini dice: «Non siamo l’amministrazione del no. Io lo stadio lo voglio fare, basta bugie». E poi aggiunge in sequenza: «Spero che lo stadio si faccia, che la Roma lo voglia fare. Se stiamo dentro le regole del piano regolatore, come dico da mesi, lo stadio si può e si deve fare. Sempre che la società receda da appetiti che credo che siano un po’ troppo elevati per quell’area e per questa povera città», afferma al Giornale Radio Rai. «Se l’unico strumento è quello della valorizzazione fondiaria, cioè se noi non abbiamo altro nel nostro orizzonte culturale che dire che se noi aumentiamo le densità allora forse il privato ci fa la carità di darci quel servizio che manca, e ogni riferimento al dibattito sullo stadio della Roma è assolutamente casuale, noi non andiamo da nessuna parte», afferma in Commissione parlamentare, e poi attacca durissimo: «Parnasi (il costruttore) vuol fare insieme allo stadio qualcosa come 600 mila metri cubi regalati… Scusate, lui non fa lo stadio… Io sono a favore dello stadio della Roma, l’ho detto 10 volte, sono contro questo gioco della roulette».

Ribadendo, poi, quella che è la madre di tutte le questioni: la critica alla legge sta di grazie alla quale la Roma ha presentato il progetto. «Chi ha scelto quell’area che ha bisogno di un immenso investimento pubblico? Ha scelto il privato. È questo il futuro delle nostre città? Che diamo le chiavi delle città al privato? Parnasi che bloccala filovia sulla Laurentina ora ci impone di fare un ponte, una metropolitana che non si può fare… È questa la città che pensiamo?». Anche Michele Civita, assessore regionale all’Urbanistica, torna sulla questione: «Un cambio di prospettiva del Comune sullo stadio della Roma? Verificheremo, abbiamo già dichiarato più volte la nostra disponibilità a collaborare con il Comune per valutare ogni atto che può migliorare il progetto». Chiusura per il presidente della Federazione Gioco Calcio, Carlo Tavecchio: «Mi auguro che si possa procedere spediti verso la realizzazione del progetto stadio».

(F. M. Magliaro)