Si sono guardati negli occhi e si sono dati un mese di tempo per riabbracciarsi a dovere. Garcia e Maicon hanno fatto un patto nel ritiro austriaco. Il recupero mentale e fisico del brasiliano è una priorità per il tecnico francese, che ha deciso di non forzare la mano e lasciargli tutto il tempo necessario affinché torni in campo solo a preparazione ultimata.
rassegna stampa
Dunga alleato di Garcia per risollevare Maicon
Si sono guardati negli occhi e si sono dati un mese di tempo per riabbracciarsi a dovere. Garcia e Maicon hanno fatto un patto nel ritiro austriaco.
Il Mondiale è una scottatura recente e il giocatore ha usufruito di tutte le ferie a disposizione, un mese intero, per smaltire la delusione. La società è stata ben contenta di lasciarlo partire di nuovo per il Sudamerica nella sosta per le nazionali, perché per Maicon era importante capire di avere un’altra possibilità con la maglia verdeoro e Dunga, con cui ha un ottimo rapporto, gli ha telefonato prima di convocarlo per dirgli che fa ancora parte del progetto. Lui è stato felice di rispondere alla chiamata e poco importa se gli capiterà di giocare prima con il Brasile e poi con la Roma.
Fa parte della gestione psicologica voluta da Garcia, che con i suoi collaboratori e lo staff medico ha messo a punto un programma per tutta la stagione: allenamenti in solitaria per gran parte della settimana e, quando sarà il momento della tattica, lavoro con la squadra.
Dal 12 agosto, giorno in cui Maicon si è presentato in ritiro, è scattato il mese di preparazione individuale che terminerà a ridosso della gara di Empoli. Visto l’impegno con la nazionale (domani notte c’è Brasile-Colombia, martedì la sfida con l’Ecuador e giovedì è atteso nella capitale), potrebbe saltare anche la prossima tappa per lo scudetto e rimandare il debutto direttamente alla gara di Champions League con il Cska Mosca. Castan è invece prossimo al rientro: «È la prima volta che mi succede di farmi male così, ma con l’Empoli ci sarò. In campionato si vedrà chi sono i campioni, per migliorare dobbiamo arrivare primi. Non vedo l’ora di giocare la Champions, io ci credo: se ci siamo è perché siamo forti».
E tanti. Garcia ha riscontrato i primi problemi di una rosa extralarge: prima di diffondere la lista Uefa ha parlato con gli esclusi, a tu per tu con Lobont ed Emanuelson, al telefono con Sanabria, impegnato con il Paraguay e molto deluso. L’ex Barcellona, che non è rientrato nemmeno nella lista B: Marchegiani, Calabresi, Capradossi e Somma sì. Colpa del regolamento.
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