Tanto era convinto delle sue idee da passare per integralista quando la Roma non sembrava pronta per la rivoluzione. Un anno dopo, Di Francesco è sempre lo stesso ma ha intrapreso una strada opposta e si è cimentato in esperimenti di cui si è presto pentito. Adesso, come riporta "Il Tempo", deve difendere se stesso, semplicemente tornado ai suoi principi e alla sua filosofia di gioco. Il 4-3-3 è la firma del tecnico, ma non è necessariamente una questione di modulo, quanto piuttosto di interpreti.
rassegna stampa
Di Francesco ora sceglie
L'allenatore deve ridisegnare la squadra restando fedele al suo pensiero, anche a costo di sacrificare un acquisto illustre come Pastore
È arrivata l'ora delle scelte, anche a costo di qualche sacrificio illustre, come potrebbe essere quello di Pastore, l'allenatore deve ridisegnare la squadra restando fedele al suo pensiero. Perché dall'intuizione 3-4-1-2 può venir fuori un capolavoro, come nella notte magica col Barcellona, oppure in un vero disastro. Sono i momenti a fare la differenza, e forse era troppo acerba questa Roma per cambiare tre schemi in altrettante partite. Tra meno di due settimane si ricomincia dal Chievo, una gara che potrebbe aiutare - almeno sulla carta - i giallorossi a ritrovarsi, prima di affrontare la peggiore trasferta possibile a Madrid contro il Real. Tra Olimpico e Bernabeu andranno gestiti uomini ed energie, ma ancor prima di pensare al turnover, Di Francesco deve sciogliere alcuni nodi. Pastore è imprescindibile? Se fosse così, e il minutaggio al moneto dice di sì, il 4-2-3-1 sarebbe la soluzione migliore.
Ma c'è posto per lui e per gli esterni che per filosofia sono i pilastri del gioco del tecnico abruzzese? Sicuramente c'è bisogno di freschezza e corsa sulle corsie laterali, la discesa di Kluivert da cui è nato il gol di Dzeko nell'unica vittoria di questo campionato, a Torino, è l'esempio perfetto di una Roma "difranceschiana" che funziona. E se la scelta dovesse ricadere sull'olandese, che a San Siro non è nemmeno sceso in campo, potrebbe toccare a Under e El Shaarawy. Schick e Dzekoinsieme? E' un esperimento senza fine, un'ostinata ricerca di feeling che a tratti si è visto l'anno scorso ma non sembra essersi consolidato, come avrebbe dovuto, in estate. Gli impegni non mancano e il ceco non avrebbe carenza di occasioni se pure si limitasse a fare il vice bomber. De Rossi e Nzonzi possono essere una coppia? Il dilemma è simile, non che la combinazione di mediani abbia totalmente fallito, ma potrebbe essere più utile un'alternanza tra i due, con Pellegrini e Cristante chiamati a darsi una svegliata per diventare le mezz'ali titolari. In difesa a destare più perplessità è Fazio, un giocatore che nessuno mette in discussione, ma potrebbe aver risentito del Mondiale a livello fisico e potrebbe perdere il posto: Marcano e Jesus ci provano.
Olsen ha i guantoni assicurati, non ha convinto nelle prime uscite, ma a Trigoria apprezzano l'approccio che ha avuto la svedese: a 28 anni ha ancora voglia di imparare e con un pizzico di fiducia i progressi arriveranno. Il terzo portiere Fuzato potrebbe essere tagliato dalla lista Uefa che la Roma consegnerà entro la mezzanotte di oggi, ma è probabile che alla fine sia Bianda, spedito in Primavera in questo inizio di stagione, a restare fuori dai 25. I giallorossi occuperanno tutte le caselle destinate ai giocatori cresciuti localmente: nel vivaio i due Pellegrini, De Rossi e Florenzi(non convocato da Mancini solo perchè infortunato: alla ripresa oggi alle 17 sarà valutato, ma dovrebbe proseguire il recupero personalizzato) in Italia i vari El Shaarawy, Mirante, Santon e Cristante, più quel Zaniolo che ha conquistato l'azzurro prima della Serie A e che con i 16 stranieri completerà la rosa europea. Le scelte, almeno queste, saranno facili.
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