rassegna stampa

Da Destro a Hernanes. La dura legge dell’ex

In questa stagione la Roma ha perso 11 punti e la Lazio 16 per i dispetti degli ex

Redazione

Quanti dispetti dagli ex in questa stagione. Lazio e Roma sono le «vittime» designate di allenatori e calciatori che in passato nella capitale erano di casa. Hernanes e Destro sono solo gli ultimi, e forse i più lampanti, esempi delle più classiche beffe calcistiche. La capriola del Profeta sapeva di vendetta, non verso i tifosi che ci sono – giustamente – rimasti male per la doppietta di domenica, piuttosto verso Lotito, perché «ha parlato un po’ troppo qualche mese fa, dicendo che aveva fatto un affare a vendermi: è una cosa che non ho preso bene. La capriola – ha spiegato l’interista in un video di scuse su Instagram – l'ho fatta per lui: voglio vedere se è ancora della stessa opinione. Ma non volevo mancare di rispetto ai tifosi laziali: è stata una capriola triste, senza esultanza. L'orgoglio a volte ti porta a fare cose che neanche si capiscono bene». Tipo piangere lasciando Formello e fare capriole al ritorno all’Olimpico 4 mesi dopo. Una piccola consolazione per i romanisti, che il giorno prima avevano visto esultare Destro a San Siro. Le dita di Mattia rivolte al cielo erano per il nonno scomparso, nessuna vendetta in questo caso. Ma il problema che Hernanes non ha e Destro sì è il rientro nella capitale a giugno, a fine prestito. Ha fatto male alla Roma da tesserato della Roma, diventando l’eccezione (negativa) alla regola dell’ex.

Per i biancocelesti il primo sgarbo è arrivato alla prima giornata, quando Menez, giallorosso per tre stagioni, si è procurato e ha segnato un rigore nel 3-1 per il Milan. Il francese ha trovato il gol anche al ritorno, ma con risultato rovesciato e la Lazio a ridere. Toni ha fermato gli uomini di Pioli sull’1-1 lo scorso 30 ottobre, Barba, che con la Roma ha fatto le giovanili, ha segnato nel 2-1 dell’Empoli il 9 novembre. Poi c’è stato Biava, nel più recente pareggio tra Atalanta e Lazio del 3 maggio, con un altro ex, Reja, in panchina. L’uomo dei tre derby persi nella stagione 2010-11 (il 16 ottobre della successiva vince il primo) ha fatto lo sgambetto a Pioli, rendendo la prossima stracittadina fondamentale in chiave Champions. Prima, però, la Lazio va a Genova, in casa della Sampdoria dell’ex Mihajlovic e del romanista Ferrero, che ha festeggiato all’Olimpico per aver mandato ko la squadra di Garcia con gol, per giunta, dell’ex laziale De Silvestri. La Roma sfiderà invece l’Udinese di Stramaccioni, tecnico delle giovanili giallorosse fino al 2011, che la sua parte l’ha fatta nel match d’andata contro la Lazio, vinto per 1-0. A Trigoria sperano di evitare un Montella-bis, visto che l’Aeroplanino si è divertito a cacciare la sua ex squadra fuori da Coppa Italia ed Europa League.

Non aiuta la presenza di Pinzi, cresciuto a Formello e sempre avvelenato contro i giallorossi. Hernanes ha fatto male anche alla Roma nel 2-1 con cui l’Inter si è imposta a San Siro, mentre all’andata segnò Osvaldo, ma Totti e compagnia vinsero 4-2. Emanuelson, invisibile nei 6 mesi da giallorosso, è stato protagonista del pari dell’Atalanta di Reja: rigore guadagnato e calciato da Denis in rete. Nel conteggio dei danni, la Roma ha perso 11 punti e la Lazio 16 per i dispetti degli ex.