Con Mourinho nel cuore e De Rossi negli occhi, scrive Tiziano Carmellini sul Tempo. La Roma vince la prima dell'era DDR all'Olimpico contro il modesto Verona, tra i cori malinconici per lo Special One che ha appena lasciato la scena, l'abbraccio all'ex capitano e qualche fischio ai giocatori. La tifoseria non dimentica, ma guarda avanti e ha già trovato un nuovo condottiero pronto a buttarsi nelle fiamme per questa maglia. Gli altri (la squadra) un po' meno e non ha infatti ancora ricevuto l'assoluzione totale dal pubblico giallorosso. Anche perché quello col Verona è un test veritiero fino a un certo punto. Mezz'ora nella quale la cura De Rossi sembrava aver trovato miracolosamente l'effetto voluto e l'alchimia giusta per rimettere in piedi questa squadra: due gol, qualità giocate di prima e una buona intensità. Poi una ripresa in calo, pauroso, con i giallorossi che salvano la pelle solo per la poca perizia di Djuric che sbaglia un rigore generoso concesso dall'arbitro Sacchi. Il gol del laziale Folorunsho che accorcia le distanze a quindici minuti dalla fine manda nel panico la Roma e fa riaffacciare vecchi fantasmi. I tre fischi di Sacchi alla fine arrivano come manna dal cielo, a De Rossi &Co. va bene anche così perché era importantissimo vincere questa partita per classifica e morale. Ma il segnale è chiaro, i problemi sono tutt'altro che risolti e c'è ancora tanto lavoro da fare. Hanno sofferto, stretto i denti, faticato e comunque fatto gruppo aiutandosi l'un con l'altro quando il Verona ha sentito l'odore del sangue e iniziato a diventare pericoloso davvero. Ma alla fine la Roma ce l'ha fatta, ha portato via l'intera posta, ributtando la palla della crisi oltre la rete e guadagnando un po' di tempo per lavorare. Perché è chiaro che questo gruppo, così come era stata abituato, non ce la fa a tenere il ritmo richiesto dal nuovo allenatore per novanta minuti. Serviva un segnale ed è arrivato, ma la strada che porta fuori dal tunnel della crisi è ancora lunga e tutta in salita. Ora sette giorni veri di lavoro, intenso a testa bassa con in mezzo l'amichevole a Riad, cercando anche di recuperare qualcuno (ieri nuovi stop per Spinazzola). Poi lunedì 29 a Salerno ci sarà forse quello che potrà essere definito il primo vero test per la nuova Roma targata De Rossi.
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