A guardarlo non si direbbe, ma è sempre la stessa persona: quella che alza gli occhi la cielo urlando tutta la gioia che si ha in corpo, ma qualche minuto dopo richiama la Roma all’ordine senza prestare il fianco al più facile degli entusiasmi. Quando l’esperienza e la maturità riescono a superare qualsiasi altro sentimento, allora spunta Daniele De Rossi, perché l’emozione di un derby vinto può essere posizionato in secondo piano rispetto ad un obiettivo più grande: «Ne abbiamo parlato mille volte. Queste sono le partite da vincere, quando non succedeva prendevamo come esempio la Juventus che invece ci è sempre riuscita. Portare a casa le partite incerte è da grande squadra – prosegue il centrocampista - ma adesso c’è un’atmosfera diversa, si lavora meglio anche quando l’umore è alto. Non ci sono due giorni di riposo, domani (oggi, ndc) per esempio si lavora». Se Spalletti cercava uno scatto, allora si può ripartire proprio dai concetti del numero 16 riportanti anche dentro lo spogliatoio: «Abbiamo vinto, ma non c’è il pullman scoperto e la festa al Circo Massimo. Quando le cose vanno bene si è tutti condottieri, lo scorso anno c’era gente che si parlava e dava la colpa. Adesso vedo persone più motivate». Soprattutto in partite che spesso vengono sbilanciate soltanto dagli episodi: «In settimana ho sentito dire che la Lazio era favorita, ma non mi dispiaceva sentirli così convinti, perché poi si prendono bastonate».
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De Rossi: “Non abbiamo vinto niente”
I tempi in cui pativa i derby sono passati. Grazie all'esperienza e alla maturità il centrocampista giallorossi è stato tra i migliori in campo
Prima di lasciare l’Olimpico, scrive Adriano Serafini su 'il Tempo',un pensiero non poteva che essere rivolto alla Curva Sud, omaggiata da De Rossi con una foto di gruppo della squadra che lui stesso ha chiamato a raccolta al fischio finale: «Abbiamo parlato tante volte di questa battaglia, siamo d’ accordo con loro. Una piccola dedica però era dovuta, un derby così non l’avevo mai vissuto e non voglio si ripeta». Se l’è goduto anche Strootman, travolto dall’emozione di quella corsa sotto lo spicchio dei tifosi romanisti: «Non ricordo nulla del gol – ammette l’olandese – so soltanto che vale tanto per noi. Ora spero soltanto che in nostri ragazzi tornino allo stadio, è brutto vedere la curva vuota specialmente in un derby». Voto alto anche per Palmieri: «I complimenti che ho ricevuto mi fanno piacere, dovrei ringraziare tante persone, malo farò quando riuscirò a giocare ancora meglio».
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