I protagonisti della finale del 1984 non possono ignorare un ricordo inciso nella storia. Come sottolinea "Il Tempo", Kenny Dalglish, bandiera ed ex allenatore del Liverpool, a distanza di 34 anni ha scritto sul sito sundaypost.com pensieri al veleno su quella sfida: «Non riesco ancora a credere che per la finale sia stato permesso di giocare all’Olimpico, in casa dei nostri avversari: è stata una mossa irresponsabile dell’Uefa. C’era la sensazione in noi che la Roma non meritasse di essere lì. Il Dundee United era stato eliminato in semifinale in circostanze sospette. L’arbitro Vautrot era stato corrotto da un dirigente giallorosso». Sul presente: «Non sottovaluto la Roma, ma ho la sensazione che il Liverpool andrà in finale». Bruce Grobbelaar, portiere dei Reds nella notte dei rigori fatali, sdrammatizza: «I romanisti non me l'hanno perdonata, sono nella black list dell’Olimpico, ma ho guadagnato l'affetto dei laziali: sono diventato membro onorario di un Lazio Club in Sudafrica». Per Bruno Conti «non c’è bisogno di rivincite, crediamoci». Ubaldo Righetti concorda: «Il riscatto ci sarebbe potuto essere se a scendere in campo eravamo noi».
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Dalglish: “Uefa vergognosa”. Bruno Conti: “Crediamoci”
L'ex bandiera del Liverpool: "C’era la sensazione in noi che la Roma non meritasse di essere lì. Il Dundee United era stato eliminato in semifinale in circostanze sospette. L’arbitro Vautrot era stato corrotto da un dirigente giallorosso"
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