rassegna stampa

Così il nuovo stadio della Roma rischia un altro no

Il parere del Comune diventa positivo, anche se con una serie infinita di prescrizioni che rendono obbligatoria la convocazione di una nuova Conferenza di Servizi decisoria

Redazione

Ufficialmente il parere del Campidoglio sul nuovo progetto dello Stadio della Roma di Tor di Valle è stato consegnato in Regione soltanto il 4 agosto. Sono tre pagine, a firma dell’ingegner Fabio Pacciani, nella sua qualità di rappresentante unico di Roma Capitale in Conferenza di Servizi e da lui stesso controfirmate al posto del direttore del Dipartimento, Anna Maria Graziano, in ferie. In queste tre pagine, il Campidoglio scrive che la nuova documentazione progettuale, nelle parti non modificate rispetto al progetto dell’ex sindaco Ignazio Marino, «recepisce sostanzialmente» le richieste del Comune per superare il no espresso mentre le «innovazioni introdotte dalla Delibera» Raggi sono «anch’esse sostanzialmente recepite». In sostanza, quindi, il parere del Comune, che sul vecchio progetto targato Marino era negativo, diventa positivo, anche se con una serie infinita di prescrizioni che rendono, a questo punto, obbligatoria la convocazione di una nuova Conferenza di Servizi decisoria: insieme al Comune, infatti, anche la Città Metropolitana ha formulato un gran numero di prescrizioni che dovranno essere approfondite. Prescrizioni che sono contenute negli allegati pareri espressi dai diversi dipartimenti comunali: Urbanistica, Mobilità, Lavori pubblici, Ambiente, Sport, Turismo. A questi, poi, si aggiungono la Sovraintendenza capitolina e il Municipio IX.

Un passaggio importante nel parere comunale è quello sulla questione della variante urbanistica. Una delle ragioni, forse la principale, che avevano portato alla bocciatura, da parte della Regione, del progetto era l’assenza dell’approvazione della variante urbanistica. Il 16 settembre 2016, l’allora assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini, fece approvare in Giunta una memoria che conteneva, fra l’altro, anche le tempistiche di adozione della variante urbanistica. Un atto al quale lo stesso Berdini non diede mai seguito. Tanto che, infatti, alla fine della Conferenza di servizi, della variante urbanistica non c’era traccia. E la Regione, quindi, non concesse l’assenso alla Valutazione di Impatto ambientale, bocciando il progetto. Il problema secondo il Campidoglio ora si può aggirare. Scrive l’ingegner Pacciani: «Il tema è definitivamente chiarito delle recenti modifiche normative (la cosiddetta “manovrina” approvata ad aprile scorso, ndr) che nello specifico prevedono: «Nel caso di impianti sportivi privati, il verbale conclusivo della conferenza di servizi decisoria costituisce, ove necessario, adozione di variante» urbanistica e dovrà essere «trasmessa al sindaco, che la sottopone all’approvazione del Consiglio comunale nella prima seduta utile». Insomma, se la Conferenza di Servizi che oramai appare evidentemente necessaria e che si sta per aprire, concludesse i suoi lavori con il via libera, quel verbale sarebbe immediatamente trasformato nella variante urbanistica che la Raggi dovrà subito calendarizzare in Aula Giulio Cesare.