rassegna stampa

Un corso di storia al «boss»

È un nobile intento, quello del presidente Pallotta. Diamoci una calmata, eccetera. E Malagò ha ragione nel definirla una lezione di stile.

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lezione di stile. Ma è nella chiusa del suo messaggio pacificatore che si annidano da millenni i malumori del romanista defraudato. Dire: «Cominciate ad abituarvi» (anche se è un invito a lottare) è come dire a un martire già spellato vivo dai suoi aguzzini «occhio che potranno graffiarti con una limetta da unghie». Sa, Presidente, qui ai soprusi della banda di Villar Perosa siamo abituati da sempre, e se possibile quanto accaduto domenica è l’episodio più grave di un rosario profano che il tifoso giallorosso è costretto a salmodiare senza fine, in certe notti insonni, quando l’animo è esacerbato e il fegato irrimediabilmente spappolato. E mettici il guardalinee che urta Aldair mentre batte il fallo laterale e «aiuta» Ravanelli ad andare in gol; e il colossale fallo in area di Deschamps su Gautieri che farà esplodere Zeman; e Racalbuto che concede il rigore per fallo fuori area di Dellas su Zalayeta. E su tutto il Fattaccio, quello che meriterebbe uno stornello a parte, e che viene tramandato oralmente di padre in figlio, "ErgodeTurone", 33 anni di rodimenti, una vitadicristo trascorsa a casse di Maalox, la questione di centimetri che a Boston, dove non scorre il Tevere ma il Mystic River, diventa roba di "inches".

C’è un Oceano di mezzo, tra l’aplomb e il fair play invocati dal benemerito Pallotta e il ringhio gastrico che ti monta a Testaccio, quando vedi le malefatte di Rocchi e leggi i cinguettii della Sora Agnelli (quella che posta foto di Caceres desnudo) o del gentleman Bonucci uno che mai e poi mai venderebbe l’anima per una partita, ma che sarà afflitto da alitosi, e per questo incosciamente chiede agli altri di sciacquarsi la bocca.

No, Presidente, stavolta ha fatto bene il Capitano: ha parlato in nome e per conto della squadra e dei tifosi e gliene faranno pagare le conseguenze. L’aveva già detto nel 2005, dopo un’altra nefasta sfida con la Juve: «Con questi si gioca sempre 11 contro 14». A Torino, domenica, erano anche di più. I bianconeri adottivi si riproducono e si moltiplicano, come certe specie animali del sottosuolo. Questi fanno i richiami con i fischietti e si nutrono di spray che procurarono loro - come minimo - delle allucinazioni. Caro Presidente, grazie per aver speso miliardi per comprarci campioni sul mercato. Ma un arbitro costa molto meno. Cominci ad abituarsi.