rassegna stampa

Chi mi fischia non è tifoso Zeman risponde ai contestatori poi sulla gara «Il rigore dubbio? Secondo me ce n’erano due»

(Il Tempo) – Fischiato, irriso con uno striscione, contestato per la sostituzione di Totti e… vincente. Zdenek Zeman si attacca ai tre punti conquistati con il Torino come a una bombola d’ossigeno.

Redazione

(Il Tempo) -Fischiato, irriso con uno striscione, contestato per la sostituzione di Totti e... vincente. Zdenek Zeman si attacca ai tre punti conquistati con il Torino come a una bombola d'ossigeno. Certo, l'amaro in bocca resta, perché le ovazioni che hanno accolto il suo ritorno sulla panchina giallorossa sono un lontano ricordo. «È normale che la gente di Roma non perdoni i risultati specialmente dopo il derby. Lo striscione? Non l'ho visto - spiega a fine partita - spero lo abbiamo messo tifosi di altre squadre: io mi auguro che i romanisti tifino sempre per la propria squadra». La Roma sale a 20 punti, ritrova un briciolo di serenità, ma deve ringraziare anche l'assistente di porta che ha segnalato il rigore del vantaggio. L'episodio ha fatto girare la partita e infuocato il post. «Non ho visto bene dalla panchina - racconta Zeman - dalla tv mi sembra che ci siano due falli. Rispetto a questo, il rigore che ci hanno dato contro nella partita con l'Udinese non esiste proprio».Ventura passa dalla rabbia sfogata in campo contro l'assistente Calvarese (lo stesso della famosa Padova-Torino del blackout, ndr) all'ironia per replicare al boemo. «Me la sono presa con i miei perché non si possono fare due falli così clamorosi... ho sentito da Zeman che era rigore, quindi è così, dobbiamo accettarlo. Ormai si può dire tutto, come che io stasera mi sono bagnato molto perché pioveva». E meno male che a Ventura è sfuggita l'altra lamentela del boemo: «Su Lamela c'era fallo, non si può rompere la caviglia da solo». Bah! Passando all'analisi della partita, l'allenatore romanista si dice soddisfatto «non solo per il risultato ma per la prestazione. Eravamo più equilibrati? No, abbiamo giocato a modo nostro, evitando gli errori che in altre gare ci sono costati cari. La fase difensiva la facciamo così dall'inizio». A Pjanic Zeman non concede carezze, anzi. «Dopo il gol si è levato la maglia ed è stato un errore come quando ha reagito in quel modo nel derby anche se non so con chi ce l'avesse. Si è scusato ma non so per cosa.. di solito dopo i gol si esulta». Ancora sul bosniaco: «Ha fatto la partita che mi aspettavo anche se ha perso tre-quattro palle brutte che fanno ripartire l'avversario. Cerca sempre di darla davanti per fare triangolo ma non serve. Deve ancora crescere». [...]

Chi continua a essere da 7 in tutto è Marquinhos: questo, almeno, Zeman lo riconosce. «Nessuno si aspettava da un 18enne come lui che giocasse con tanta autorità e applicazione. Bradley? Ha fatto più del previsto ma lo preferisco da intermedio». E ora il gran ritorno a Pescara. «Non vorrei andarci perché siamo amici. Ma questo è il calcio». Dove gli amici non esistono.