Guai all’orizzonte per il gaffeur Paolo Berdini, sempre più isolato nel governo cittadino di Virginia Raggi e a un passo dall’espulsione dalla squadra capitolina. Ora spunta un nuovo audio in cui Berdini sapeva di parlare al giornalista de La Stampa e, per di più, lo invitava a pubblicare le notizie sulle relazioni sentimentali di Virginia Raggi. Berdini insomma mente sapendo di mentire. A smascherare le parole dell’urbanista è Mattia Feltri, editorialista del quotidiano torinese. Nel file audio si riconosce la voce di Berdini che rivolgendosi al cronista dice: «Mo’ fa’ conto quello che penso io, che rimane veramente fra noi, poi lo utilizzi: un anonimo che ti ha detto… Cioè questi erano amanti». Nove secondi in cui emergono due dati sostanziali che smentiscono, ancora una volta, la vacillante difesa di Berdini. Il primo: l’assessore sapeva sin dall’inizio che stava parlando con un giornalista. Il secondo: il suo obiettivo era far uscire le notizie. Insomma voleva utilizzare il giornalista per infangare il proprio sindaco: «Poi lo utilizzi… un anonimo che ti ha detto». Ed è la parte in cui Berdini sta parlando delle relazioni sentimentali di Raggi. Nove secondi utili a capire che Berdini continua a raccontare «fatti alternativi»: nell’intervista di venerdì a La Repubblica sosteneva di aver scoperto alla fine che Capurso è un giornalista e che comunque era una confidenza. A scatenare il caos è l’ormai famoso colloquio pubblicato da La Stampa nel quale l’assessore all’Urbanistica accusa la Raggi di essersi «circondata di una corte dei miracoli» e definisce la prima cittadina «inadeguata al ruolo che ricopre».
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Berdini: «Sono amanti, ma non te l’ho detto»
L'assessore ha costruito la sua difesa sul fatto che non conoscesse l’interlocutore e che non si fosse identificato come giornalista. Oggi invece la vicende sembra assumere contorni ben diversi
Parlando poi della vicenda Romeo – che ieri su Facebook ha annunciato che la Raggi non è più beneficiaria delle polizze – l’assessore capitolino, ha detto: «Sono proprio sprovveduti, questi secondo me erano amanti. L’ho sospettato fin dai primi giorni, ma mi chiedevo, com’è che c’è questo rapporto?». E conclude: «Io sono amico della magistratura, Paolo Ielo lo conosco benissimo, è un amico, ma lei è stata interrogata otto ore. Anche lì c’è qualcosa che non mi torna». Parole smentite da Berdini che ha accusato di disonestà Capurso definendolo un «mascalzone e un piccolo delinquente». Dal canto suo il giornalista ha sempre sostenuto di aver pubblicato fedelmente ogni singola parola pronunciata da Paolo Berdini, incontrato a margine di un incontro pubblico. E la pubblicazione dei frammenti d’audio sembrano dargli ragione. Molto si è dibattuto sull’opportunità o meno di rendere note quelle frasi. Berdini ha costruito la sua difesa sul fatto che non conoscesse l’interlocutore e che non si fosse identificato come giornalista. Oggi invece la vicende sembra assumere contorni ben diversi da quelli definiti dall’urbanista e un dato emerge inconfutabilmente: Berdini sapeva chi aveva di fronte e, per giunta, voleva utilizzare il cronista per rendere note le vicende sentimentali della sindaca. Le parole, come dice Berdini, dovevano essere attribuite ad una fonte anonima e non a lui. Che cuor di leone.
(F. Pizzolante)
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