rassegna stampa

Balzaretti dice no alla moviola in campo: “Ci fidiamo dell’arbitro”

Il terzino ospite di Radio2 prende le distanze dalla linea dettata da Garcia: "Cambierei la mentalità del calcio moderno. La vittoria non è tutto"

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Porta i pantaloni col cavallo basso come la moda comanda e sfoggia un look casual, ma è come se avesse già al collo la cravatta da dirigente. Federico Balzaretti, ospite del programma di Radio2 «SuperMax», condotto da Max Giusti e Gioia Marzocchi, ha schivato i temi strettamente legati al campo, nonostante si trattasse d’attualità a meno di 24 ore da Cska-Roma, ma ha fatto cenno alla partita per trattare la sua linea filo-societaria: «Del calcio moderno cambierei la mentalità. Oggi è tutto legato al risultato, alla vittoria e alla sconfitta. Ma la vittoria non è tutto, deve arrivare se dietro c’è un progetto di crescita. Non ha senso se sporadica e casuale. La società sta lavorando strabene, se si vince o si perde, oppure si pareggia all’ultimo secondo come ieri, non è la cosa più importante. La gente deve capire qual è il vero obiettivo di una società di calcio. Se i giornali continuano a scrivere che se perdi è tutto sbagliato e se vinci invece è tutto bellissimo, allora non va bene».

Il terzino fermo ai box da oltre un anno per un’ostinata pubalgia forza qualche concetto per arrivare a dire quanto sia importante costruire solide basi, soprattutto tramite i settori giovanili e le Academy: «La prima cosa che farei è un progetto dedicato ai giovani, portando i calciatori professionisti nelle scuole.Il calciatore deve essere un esempio, perché se una cosa la dice Balzaretti ha un certo valore rispetto alla stessa cosa detta da un altro, e fare un percorso scolastico coi bambini può essere un investimento per il futuro. Si potrebbe farlo come Lega Calcio. Puntare a comprare solo campioni, in dieci anni, ha portato all'abbassamento del livello del calcio italiano. Mentre investire sui giovani ci può far tornare ad esser grandi, come dieci o quindici anni fa. Bisogna spiegare al tifoso perché, ad esempio, se quest'anno non compro un giocatore è perché sto costruendo lo stadio». Un altro tema affrontato negli studi Rai di via Asiago a Roma è la moviola e stavolta Federico prende le distanze dalla linea dettata da Garcia, grande sostenitore della tecnologia: «Io sono contrario, si perderebbe lo spirito del calcio. Forse la userei giusto per il gol non gol. Per il resto, come gli episodi in area, ci fidiamo dell'arbitro». La sconfitta per 3-2 allo Stadium non ha scalfito le sue convinzioni, nonostante i tre gol discussi della Juventus che per ora spostano gli equilibri del campionato verso Torino.