(Il Tempo - A.Austini) C’è chi dice tre minuti, chi cinque, ma conta poco: il ritardo con cui De Rossi si è presentato alla riunione tecnica del pre-partita a Bergamo gli è costato il castigo.
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Arriva tardi alla riunione e De Rossi resta fuori
(Il Tempo – A.Austini) C’è chi dice tre minuti, chi cinque, ma conta poco: il ritardo con cui De Rossi si è presentato alla riunione tecnica del pre-partita a Bergamo gli è costato il castigo.
Escluso come Osvaldo a Firenze, anzi, al centrocampista è andata ancora peggio visto che ha dovuto sbollire la rabbia in tribuna, mentre in campo la squadra affondava sotto i colpi dell’Atalanta. Stesse modalità, stesso risultato e stesso numero di gol incassati con la Fiorentina per una Roma che continua a farsi male da sola. Il fulmine a ciel sereno è arrivato dopo pranzo. I giocatori si sono riuniti in albergo per conoscere la formazione e ricevere le istruzioni da Luis Enrique ma all’appello mancava «Capitan Futuro»: una colpa imperdonabile per l’allenatore che non è disposto a concedere deroghe sulle poche regole imposte. A nessuno. De Rossi ha raggiunto i compagni quando ormai la frittata era fatta. Ha provato a giustificarsi con il tecnico, c’è stata una breve discussione ma poi si è arreso alla decisione del «talebano» venuto dall’Asturia. Durante la partita le telecamere hanno cercato spesso lo sguardo del biondo di Ostia, seduto tra il dirigente Tempestilli e l’altro escluso Kjaer, ma lui «solo» perché, secondo il tecnico spagnolo, non era psicologicamente pronto ad affrontare la partita di Bergamo.(...). Dopo la partita lo spagnolo ha spiegato di aver escluso De Rossi «perché non l’ho visto pronto», i dirigenti hanno confermato la versione del ritardo alla riunione ma non serve una dote spropositata di malizia per pensare che dietro possa esserci dell’altro.
Le versioni più o meno fantasiose spaziano da un De Rossi che non ha dormito in albergo con i compagni fino a una fantomatica scazzottata con Kjaer. Di sicuro l’allenatore spagnolo non è del tutto soddisfatto dell’apporto che «Capitan Futuro» sta dando al gruppo: lo considera un leader indispensabile nello spogliatoio ma al tempo stesso lo accusa di prendersi qualche «pausa» di troppo. Il segnale inviato ieri è forte e inequivocabile. E fa tanto male al giocatore che ha definito Luis Enrique «il migliore tecnico mai avuto». «Io ero pronto alle sette di mattina, io...» l’accusa più dura dello spagnolo che poi aggiunge: «Daniele non l’ho visto pronto, quindi non ha giocato. La Roma non è entrata mai in campo e chi dice che con un altro giocatore sarebbe andata diversamente? Potrei anche aver sbagliato ma lo rifarei perché per me la squadra è davanti a tutto. A breve termine può essere un errore ma nel lungo periodo no». Poi una stoccata a tutta la Roma: «Non sono un allenatore di esperienza ma ho vissuto per 15 anni negli spogliatoi di Madrid e Barcellona. Questa squadra che è grande ma ha vinto solo tre scudetti». La società continua ad appoggiare la rigidità dello spagnolo. A deludere i dirigenti, semmai, è stato De Rossi appena blindato a peso d’oro. «Daniele - spiega Baldini -ha avuto un ritardo alla riunione tecnica e l’allenatore ha pensato non fosse pronto per giocare. Dispiace che a inciampare sia un calciatore esemplare. Ma se dalle poche regole si deroga, se ne pagano le conseguenze».
Chiunque lo faccia tratti, «perché - aggiunge il dg - è pericoloso fare eccezioni per i giocatori simbolo. Daniele non era felice ma ha accettato la decisione. Luis Enrique era scosso e non escludo che abbia preso la decisione mentre venivamo dall’albergo al campo». L’effetto sulla partita è stato disastroso. «La squadra (...) ne ha risentito ma il tecnico ha dettato poche regole e noi avalliamo completamente le sue scelte». Sabatini si allinea. «La regola va rispettata da tutti. Questa è la Roma che vogliamo e passa anche per decisioni impopolari o che possono produrre un danno tecnico». Farlo capire alla città, di nuovo inferocita, è la prossima missione. Forse impossibile.
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