Due punti persi... e tanta rabbia per come si è consumato il pomeriggio all'Olimpico per l'ennesima volta sold out, scrive Tiziano Carmellini su Il Tempo. Novantatre minuti di nulla, o meglio di dominio più o meno marcato della Roma che, come sempre non riesce a concretizzare tutto ciò che crea. Poi, in quattro minuti, succede tutto: Abraham fin lì evanescente (come al solito), trasforma un buon assist di Celik nel gol che cambia tutto. L'Olimpico esplode perché sa benissimo quanto sia importante in chiave Champions vincere questa gara: l'inglese corre sotto la Sud che più volte lo aveva criticato per la poca concretezza sotto porta e sembra il lieto fine di una favola sportiva. E invece no, perché la Roma è sempre fa Roma e nei tre minuti che restano nel cronometro di Orsato, riesce nel gran capolavoro di far pareggiare il Milan: è tutto vero. Cross dalla destra di Leao (vera ira di Dio che ha devastato la fascia sinistra del campo dimostrando una supremazia fisica impressionante) e Saelemakers non deve far altro che aspettarla dietro a una difesa in debito di ossigeno e di Smalling ovviamente: piattone e palla tra le gambe di Rui Patricio... fate voi, Cala il silenzio, parte qualche imprecazione poco televisiva e non c'è nemmeno il tempo di realizzare perché arrivano i tre fischi finali: amarissimi.
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Amarezza Roma
Abraham segna nei minuti di recupero e l'Olimpico esplode, ma Saelemakers pareggia i conti prima del triplice fischio
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