rassegna stampa

Allo Stadio finale

La Raggi conta di convincere i consiglieri più titubanti a votare il "sì" in Aula all'impianto di Tor di Valle. I Friedkin in Qatar a colloquio con gli organizzatori del Mondiale 2022

Redazione

In giro per il mondo con la Roma sempre in testa. Dan Friedkin è già al lavoro insieme al figlio Ryan e ai collaboratori del gruppo per farsi trovare pronti quando avranno tra le mani un "giocattolo" costoso, attraente ma pure molto difficile da maneggiare senza le necessarie istruzioni per l’uso, come riporta Il Tempo.

Per i Friedkin, finora, il calcio è un mondo affascinante visto solo dall’esterno e, una volta deciso di investire parecchi milioni nel business giallorosso, hanno organizzato appuntamenti in diversi angoli del pianeta. Per capire, domandare, riflettere e pianificare le mosse giuste. Un esempio: lo scorso 15 dicembre Dan Friedkin in persona è volato con il suo jet in Qatar per incontrare i rappresentanti del Josoor Institute, che dal 2013 si occupa di sport nell’emirato e che ha avuto un ruolo di spicco nell’organizzazione, compresa la costruzione di nuovi stadi, del Mondiale 2022.

La missione qatariota, che ha avuto come argomento principale il futuro stadio della Roma, fa parte di una serie di viaggi dell'imprenditore texano, a caccia di qualsiasi spunto utile per capire meglio i meccanismi del calcio. Oltre a prendere informazioni dall’ad Fienga, che verrà affiancato subito da persone di fiducia di Friedkin nelle stanze dei bottoni di Trigoria, nei mesi scorsi ci sono stati incontri e contatti anche con i rappresentanti dei più grandi club italiani, insieme ai quali si è ragionato sui margini di sviluppo della Serie A.

Lo stadio di proprietà, appunto, è il mezzo migliore per crescere in fretta. E il futuro patron della Roma ha già espresso un primo parere positivo sul progetto di Tor di Valle, pur riservandosi del tempo per studiarlo in profondità, pianificare il complesso business plan e scegliere come finanziare un’opera dal valore di circa 1 miliardo di euro.

Teoricamente, il closing della trattativa - il signing sui contratti preliminari è previsto entro i prossimi 10, 15 giorni al massimo - con Pallotta potrebbe coincidere con l’ottenimento del via libero politico, che nei mesi successivi sarà seguito dai permessi a costruire, tanto che nelle bozze di contratti per la cessione della Roma è stata inserita una clausola che consentirebbe a Pallotta di ottenere una cifra-extra per lo stadio, recuperando gli 80 milioni circa (72.7 milioni di dollari fino a dicembre 2018, dati di bilancio) investiti in questi anni per la sola progettazione dell’impianto.

Nel giro di qualche settimana dovrebbero concludersi tutti i lavori preparatori per l’inizio dell’iter di approvazione della variante e della convenzione urbanistica, un processo che porterà via un altro mese circa e sul quale incideranno inevitabilmente i meccanismi della politica.

Nonostante le turbolenze interne la Raggi conta di convincere i consiglieri più titubanti a votare il «sì» in Aula, mantenendo una linea di coerenza dopo quanto fatto per la delibera e la Conferenza dei servizi. Nel frattempo il ceco Vitek deve superare gli ultimi ostacoli per acquistare i terreni da Parnasi. Gli uomini di Vitek e Friedkin - il texano ha già creato un team di lavoro specifico sull’impianto giallorosso - sono in contatto da tempo e hanno intenzione di collaborare per la costruzione dello stadio. Entrambi non vedono l’ora di iniziare.