rassegna stampa

Allagamenti e inquinamento. Dubbi ambientali sullo stadio

Per il nuovo impianto della Roma a Tor di Valle rischio infiltrazioni nelle falde e danni ecologici

Redazione

Dopo le due sonore prese di posizione del Dipartimento Urbanistica e di quello Mobilità del Campidoglio che se non bocciano tout court rimandano quanto meno «a settembre» il dossier sullo Stadio della Roma, oggi è la volta del Dipartimento Ambiente dire la sua. E non sono parole tenere, quelle contenute nelle dieci pagine vergate da Luisa Massimiani, direttrice del Dipartimento Tutela Ambientale e Protezione civile, né quelle di Paolo Prosperi, responsabile del Servizio scavi dell’Ambiente, o quelle di Alessandro Voglino, direttore dell’Osservatorio Ambientale sui cambiamenti climatici del Comune.

Dodici pagine, in totale, che, insieme a quelle di ieri, mostrano chiaramente i limiti del progetto presentato in Campidoglio dal duo Parnasi/Pallotta. Andiamo per ordine. La direttrice del Dipartimento Ambiente, la Massimiani, mette nero su bianco tutta una serie di incongruenze e mancanze del progetto definitivo. E sono parole belle pesanti. Innanzitutto, scrive, «nel progetto di aggiornamento del Piano di Bacino (del Tevere) parte dell’area interessata è classificata come «altre aree soggette ad allagabilità del reticolo secondario».