(Il Tempo - A.Austini) Molti lo fanno, pochi lo dicono. Cicinho lo ha fatto e lo ha detto. Il danno,ormai,è irreparabile e allora tanto vale liberarsi la coscienza.
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Addio choc di Cicinho «Distrutto dall’alcol»
(Il Tempo – A.Austini) Molti lo fanno, pochi lo dicono. Cicinho lo ha fatto e lo ha detto. Il danno,ormai,è irreparabile e allora tanto vale liberarsi la coscienza.
Il terzino lascia la Roma (...) e racconta la sua vita sregolata degli ultimi anni. Birre a ripetizione, la tentazione della droga, il disamoreper il calcio e un cammino evangelico iniziato per redimersi. «Andavo a Trigoria - racconta il brasiliano da Pradopolis, la sua città - mi allenavo ma sapevo che la domenica non avrei giocato. Allora quando arrivavo a casabevevo molto e fumavo. Due, tre casse di birra e altri alcolici, da solo o insieme a falsi amici». Il periodo peggiore a Roma in compagnia di Adriano con la barca dell’«Imperatore» ormeggiata a Ostia, il rifugio perfetto per i festini dove arriva di tutto.«Mi piaceva andare in discoteca - dice ancora Cicinho alla tv brasiliana R7- non ho usato la droga solo perché sapevo che c’erano i controlli anti-doping. L’alcool ti porta su quella strada: è la peggior droga che esiste al mondo».
Delusioni sportive, due infortuni gravi, problemi familiari: così Cicinho è passato dalla maglia da titolare con Real Madrid e Brasile alla tribuna dell’Olimpico, mentre fuori dal campo si distruggeva. La Roma ha cercato in tutti i modi di venderlo. Prima il prestito al San Paolo, poi al Villarreal, stesso finale: rispedito a Trigoria. Luis Enrique ha provato a rilanciarlo ma a un certo punto si è arreso anche lui. «Quando ero al San Paolo ho pensato di lasciare il calcio, stavo a pezzi». L’incontro con Marry, la donna che è diventata da poco la sua seconda moglie, ha cambiato qualcosa. Insieme a lei ha iniziato un cammino evangelico frequentando una chiesa nella Capitale e adesso Cicinho si sente una persona migliore. In Brasile ha giocato una partita di beneficenza con vecchie glorie, tra cui Careca, ora aspetta un’offerta. «Voglio continuare a giocare, il mio agente sta vedendo se in Brasile o in Europa. Farò quello che Dio vuole.O continuerò a giocare a calcio oppure andrò avanti nel mio cammino di evangelizzazione». Problemi suoi, pensa la Roma: undici milioni per il cartellino e quasi venti milioni spesi in cinque anni per il suo ingaggio sono stati un aiuto più che sufficiente.
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