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Addio a Tor di Valle: ecco i motivi. Ora lo stadio cerca casa

La decisione ieri nel CdA giallorosso

Redazione

La Roma abbandona il progetto Stadio a Tor di Valle. La decisione è stata assunta ieri, durante una seduta del Consiglio di Amministrazione della società giallorossa e subito comunicata al presidente della Regione, Nicola Zingaretti, e al sindaco di Roma, Virginia Raggi, cui è stato chiesto un rapido incontro. Nella relazione semestrale diffusa nel pomeriggio, dopo aver ribadito la necessità di un "nuovo stadio moderno ed efficiente", viene spiegato che "sulla base degli approfondimenti condotti da advisor finanziari, notarili e legali" la Roma ritiene "che non sussistano più i presupposti per confermare l’interesse all’utilizzo dello stadio da realizzarsi nell’ambito dell’attuale progetto immobiliare relativo all'area di Tor Di Valle, essendo quest’ultimo progetto divenuto di impossibile esecuzione".

Gli elementi sui quali si era centrata la riflessione dei Friedkin sono sempre gli stessi: eccessive cubature degli uffici non più sostenibili alla luce del Covid ed eccessivo peso delle opere pubbliche, due fattori che rendono l’investimento tutt’altro che di sicuro rientro. A questo poi - riporta Il Tempo - ci si è aggiunto il caos della situazione di Luca Parnasi con i pignoramenti dei terreni sui quali doveva sorgere lo Stadio che avrebbero portato via altri mesi prima di risolversi ma che, per ora, rendono Parnasi non più in possesso delle aree e quindi non in grado di firmare gli eventuali accordi col Comune. Terzo, l’architettura di mobilità che la Raggi e i suoi hanno creato ha finito per generare un mostro: opere troppo care e insufficienti a garantire regolare afflusso e deflusso dallo Stadio.

Si legge ancora nella nota: "Il Consiglio di Amministrazione ha constatato che anche la pandemia ha radicalmente modificato lo scenario economico internazionale, comprese le prospettive finanziarie dell’attuale progetto stadio". "La Società conferma l’intenzione di rafforzare il dialogo con l’Amministrazione di Roma Capitale, la Regione e tutte le Istituzioni preposte, le Università di Roma e le Istituzioni sportive, per realizzare uno stadio verde, sostenibile ed integrato con il territorio, discutendo in modo costruttivo tutte le ipotesi, inclusa Tor di Valle, e valutando tutte le possibili iniziative a tutela degli interessi della Società, di tutti i suoi azionisti e dei suoi tifosi".

Si azzera tutto, dunque, con una nuova area da identificare e un nuovo progetto che la Roma vuole centrato solo sullo stadio senza altre opere intorno. Ovviamente, visto che la decisione è assunta autonomamente dalla Roma, nessun risarcimento è possibile. In serata, il Campidoglio ha diffuso una nota in cui dopo aver preso atto della decisione della Roma definita "una valutazione imprenditoriale" afferma: "Rassicuriamo i cittadini che le opere pubbliche previste, come il potenziamento della ferrovia Roma-Lido e la realizzazione del Ponte dei Congressi, verranno portate avanti dall’Amministrazione capitolina".

Per inciso, ora il Comune dovrà pagare nove milioni di euro alla Regione per realizzare sulla Roma-Lido alcune delle opere inizialmente a carico della Roma. Così come, si dirà addio all’unificazione della via del Mare/Ostiense con un aggravio, di almeno 24 milioni di euro, dei costi di finanziamento della parte a carico del Comune delle opere di viabilità connesse al Ponte dei Congressi. Se ne va un progetto del valore di 800 milioni di euro che avrebbe avuto importanti ricadute occupazionali sulla città. Commento al vetriolo dell’ex presidente giallorosso, James Pallotta: "Sto malissimo per Roma e per la Roma. Qualche “idiota” (sapete bene di chi parlo) ha rovinato un grande progetto per tutti. Triste".