(Il Messaggero - M.Ferretti) - Walter Sabatini, il direttore sportivo della Roma, ha voluto prendere la parola e, attraverso i microfoni amici di Roma Channel, ha affrontato il delicatissimo momento che sta passando la squadra giallorossa. Una prima riflessione: se voleva dare una mano a Zeman, non c’è riuscito. Anzi, il ds sembra aver preso le distanze dal boemo, sottolineando alcune cose («È una rosa sottoscritta dall'allenatore», ad esempio) che, a leggerle bene, chiamano direttamente in causa Zdenek. Come se, insomma, Sabatini volesse scagionare se stesso e gli altri dirigenti. Da parte sua nessuna frase tipo: Zeman non si tocca, Zeman resterà fino alla scadenza del contratto, Zeman non è in discussione. E le nubi sul futuro del boemo si fanno sempre più dense.
rassegna stampa
Zeman resta sempre più solo
(Il Messaggero – M.Ferretti) – Walter Sabatini, il direttore sportivo della Roma, ha voluto prendere la parola e, attraverso i microfoni amici di Roma Channel, ha affrontato il delicatissimo momento che sta passando la squadra...
Ecco il virgolettato di Sabatini. «Zeman? Sarebbe eccessivo dire che siamo soddisfatti dei risultati, ma valutiamo due valori importanti: la prolificità dell'attacco e i problemi in difesa, che Zeman con il suo lavoro sta sistemando. Sui risultati ci confrontiamo tutti i giorni». Domandina: ma i calciatori sono adatti al gioco del boemo?«Che siano inadatti è un’ipotesi confutabile in termini tecnico-tattici. Le scelte sono state fatte sempre all'unisono, confrontando le qualità dei giocatori e le loro caratteristiche. È una rosa sottoscritta dall'allenatore. Non c’è stato un solo giocatore che ho preso senza confrontarmi con Zeman. Abbiamo condiviso tutte le scelte con Baldini, con Zeman. E tutti i giocatori che sono nella Roma possono giocare nel 4-3-3».
Riflessione bis: e allora perché Pjanic, Destro, De Rossi e Burdisso non vengono considerati adatti per il gioco del boemo?
Altro punto dolente: il mistero Destro.«Sconta una coincidenza fortunata per la Roma e un po’ meno fortunata per lui, perché in attacco quelli che giocano stanno facendo molti gol. Se oggi facessi una riunione in società e il mercato fosse aperto, torneremmo a comprarlo alle stesse condizioni, senza il minimo dubbio perché si tratta di un grandissimo giocatore. Lo sa anche Zeman che lo stima molto e che addirittura qualche tempo fa lo ha assimilato a un grandissimo calciatore del passato. Su Destro non abbiamo il minimo dubbio», le parole del ds. E ancora. «Se sento dire che abbiamo sbagliato un'operazione economica o che si tratta di una bocciatura tecnica inorridisco. Mattia è un ragazzo del'91, il suo acquisto è stato celebrato e io, con tutta la società, ne rivendico il valore. Assieme al valore intrinseco del giocatore. C'è una voglia feroce di distruggere quello che la Roma sta cercando di fare, sapendo comunque che i risultati in questo momento non ci stanno aiutando. Ma ognuno di noi si prenderà le sue responsabilità: gli verrà presentato un conto che sarà pagato. Ma se devo sentire che Destro viene messo in discussione parliamo di un altro sport, non di calcio».
Un Sabatini smanioso di difendere i giocatori portati a Roma direttamente da lui, tipo Pjanic o Lamela, e non solo.«Siamo sicuri di avere una rosa competitiva e che tutti siano calciatori all'altezza. Lamela adesso è in carriera e sta raccogliendo i frutti di un lavoro collettivo. Pjanic? Sta scontando scelte dell’allenatore, perché l'organico dà a Zeman l'opportunità di farlo. Lui mette in campo giocatori di pari valore, magari con caratteristiche diverse. Lo scorso anno con Luis Enrique ha fatto il numero 8, dovrebbe farlo e lo farà anche quest'anno con Zeman. Non c’è storia per il suo ruolo». Un’ennesima riflessione: Pjanic, per Zeman, non è e non sarà mai un numero 8, visto che il boemo ha più volte dichiarato che in quel ruolo non va bene, al punto che il bosniaco è finito tra le riserve.
Finalino su Delio Rossi, da alcuni indicato come l’eventuale sostituto di Zeman. «Non sarà l'allenatore della Roma, non lo può essere per le sue caratteristiche. Non per le sue qualità di allenatore, che sono di ottima caratura, ma per le sue caratteristiche generali non può essere l'allenatore della Roma. E non lo sarà».
© RIPRODUZIONE RISERVATA