rassegna stampa

Zeman all’attacco, tempo di Lamela

(Il Messaggero – M.Ferretti) Implacabili, le telecamere e i microfoni posizionati a bordo campo, domenica scorsa a San Siro, hanno svelato tutta l’arrabbiatura di Zdenek Zeman nei confronti di Erik Lamela.

Redazione

(Il Messaggero - M.Ferretti) Implacabili, le telecamere e i microfoni posizionati a bordo campo, domenica scorsa a San Siro, hanno svelato tutta l’arrabbiatura di Zdenek Zeman nei confronti di Erik Lamela. «Sei entrato adesso e sei già stanco?», le parole del tecnico boemo rivolte all’argentino che non rincorreva mai l’avversario. In più, enormi gesti con le braccia per spiegargli cosa dovesse e soprattutto cosa non dovesse fare.

Deludente, Lamela. E non soltanto in casa dell’Inter, finora. «Non ha capito niente...», disse Zeman prima della partita con il Catania, tirando in mezzo pure Nico Lopez. «Lamela ha cominciato a capire...», il verdetto del boemo dopo Milano, ma le sue sono apparse parole assai distanti dalla verità. Eppure, complice la squalifica di Osvaldo, e lo spostamento di Destro al centro dell’attacco, Lamela domenica prossima contro il Bologna dovrebbe trovare spazio dal primo minuto. Non gli resta che convincere Zeman, battere la concorrenza di Lopez e il posto sarà suo.

Fin dai primi giorni di addestramento, Zeman l’ha provato nell’inedito per lui ruolo di attaccante di destra: Lamela tutto mancino a destra per sfruttare la possibilità di calciare con il sinistro una volta tagliato verso l’interno del campo. Solo che Erik, abituato a giocare in tutta un’altra maniera, ha faticato (e sta faticando tuttora) a non posizionarsi con le spalle rivolte verso la porta avversaria. Un neo che il boemo gli ha rinfacciato in più di una occasione, perché chi gioca in quella posizione deve avere una postura diversa, esattamente l’opposta di quella mostrata da Lamela nella partita contro il Catania. Zeman (assente Destro) l’ha fatto giocare titolare nella prima di campionato, ma alla seconda l’ha spedito in panchina e poi fatto entrare al posto di Destro, ricevendo in cambio poco o niente.

Dopo oltre un anno dal suo arrivo nella Capitale, Lamela non ha ancora convinto (critica e tifosi) al cento per cento. Costato un botto, tra cartellino e provvigioni, l’ex gioiello del River Plate non ha mostrato tutto il valore che il ds Walter Sabatini gli riconosceva e gli riconosce alla faccia dello scetticismo che accompagna il ragazzo per via della povertà di risultati concreti ottenuti. Nella passata stagione, Lamela è finito sulle prime pagine dei giornali per il gol all’esordio contro il Palermo e soprattutto per faccende meno nobili, tipo la lite di Udine con Osvaldo, l’espulsione di Torino in Coppa Italia o lo sputo a Lichtsteiner in campionato. È probabile che anche lui abbia pagato l’annataccia targata Luis Enrique, ma non v’è dubbio che da lui ci si aspettava qualcosa in più. Con Zeman, però, Erik ha l’occasione di perfezionare il proprio bagaglio tecnico-tattico, a patto che segua con fiducia le indicazioni del boemo. Non è certo che il suo ruolo ideale sia esattamente quello che gli ha disegnato Zeman, ma vale la pena provarci. Erik, però, deve guardarsi le spalle dalla concorrenza di Lopez, che partito dalle ultime file ha risalito molte posizioni. Esattamente nel ruolo di Lamela. Con tanto di gol la sera dell’esordio in serie A contro il Catania.

Ecco, nella settimana di avvicinamento alla partita contro il Bologna Lamela ha l’opportunità di meritarsi il posto, quindi riscattarsi e cominciare a spazzare via tutti i cattivi pensieri che penzolano sulla sua testa. I mezzi tecnici non gli mancano, solo che per giocare bene al calcio non basta più saper accarezzare il pallone con la suola della scarpa. Il tempo per imparare e migliorare non manca: vietato non provarci dando tutto se stesso.