Non c'è alcun rischio rilevante per i cittadini dal punto di vista della violazione della privacy. I dati biometrici del volto utilizzati solo per prevenire e reprimere crimini. Nessuna schedatura, dati gestiti esclusivamente da agenti di polizia, informazioni custodite in server blindati, il centro di comando nella super sorvegliata sala Gos dell'Olimpico, tecnici della manutenzione scortati.
rassegna stampa
Volti ripresi allo stadio, la conferma del Garante: non sarà una schedatura
Con un documento, il Garante spiega il perché di queste misure e come verranno applicate, garantendo la tutela della privacy
Per convalidare l'uso della nuova tecnologia si citano articoli del Codice della Privacy, ma anche della Convenzione europea sui diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, scrive Laura Bogliolo su il Messaggero. Norme che parlano di necessità, proporzionalità, finalità e correttezza del sistema.
L'obiettivo è identificare tempestivamente gli autori di gravi episodi di violenza per i quali è previsto il Daspo. A gestire i dati è il ministero dell'Interno «in persona del Questore di Roma pro tempore». Dati che possono essere mantenuti non oltre sette giorni. Il presunto danno alla privacy, quindi, non c'è. Così come non c'è alcuna schedatura: il tutto è finalizzato a una individuazione certa di chi commette reati punibili con il Daspo.
Il Coni, gestore dell'impianto, ha coinvolto tre società per dar vita al sistema. Per la manutenzione del software i tecniciaccedono alla sala (che sarà lo skybox numero 5), sempre accompagnati dalla polizia. Sicurezza anche informatica: il Garante parla di strong authentication. E quindi: due livelli di identificazione con login e password, firewall e protocolli https per proteggere la rete informatica che non comunica con altre (elemento fondamentale per assicurare la protezione dei dati raccolti e poi distrutti automaticamente dopo 7 giorni).
© RIPRODUZIONE RISERVATA