rassegna stampa

Una sfida senza anima. Come è triste l’Olimpico

Triste domani non vedere quelle due Curve che tutto il mondo ci invidia

Redazione

Non è mai stata e non sarà mai 'una partita come le altre. Il derby a Roma, ha un sapore diverso dalle altre sfide. Come scrive oggi Piero Mei su Il Messaggero attorno alla stracittadina s’intrecciano storie e ricordi, sfottò e accoltellamenti, gol fatti e gol subiti, il selfie di Totti, che ha lanciato una moda, e il “Game Over” sbattuto in faccia alla Sud dalla Nord, romanista la prima, laziale la seconda.

Il derby poteva essere tutto: valeva una stagione, si diceva, quando la stagione era per tutti povera di gloria di classifica.

Il derby di Roma lo invidiavano ovunque: i tanti di Londra, quello di San Siro, quello dei vari stadi di Torino, quello della Lanterna, il derby di Barcellona o di Madrid potevano anche avere contenuti tecnici più rilevanti. Ma non avevano, né mai avranno, le curve dell’Olimpico.

Triste domani non vederle, al di là della vivisezione delle ragioni di una parte, l’Autorità con la maiuscola, che ha le sue, i tifosi che hanno un cuore, un’abitudine, un posto opzionato che non è più quello, e per questo s’infuriano, non necessariamente perché “vogliono fare casino”. “Aridatece il derby”, chissà come, ma presto. I tifosi non sono solo clienti.