Dopo essersi riposato un turno per la squalifica rimediata dopo l’ammonizione di Verona (era diffidato) domani Nainggolan torna in campo da trequartista, il ruolo di cui si è innamorato lo scorso anno, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.Gol e meno impegni difensivi, anche se poi lui non si risparmia da questi sia se fa l’attaccante, sia se fa la mezz’ala o il mediano. La corsa e l’agonismo, il temperamento e il carattere gli consentono di poter interpretare al meglio un po’ tutti i ruoli. Il gol, però, lo trova di più se agisce negli ultimi venti/trenta metri, è fisiologico. A Udine lo scorso anno ha deciso lui: pennellata di Strootman e stoccata di Radja. Gol unico, ma è bastato per vincere (Dzeko si è pure potuto permettere di fallire un calcio di rigore). Ora ci riprova, sempre lì, sempre nel ruolo dello scorso anno.
rassegna stampa
Un Radja oltre le ombre
A Udine il rientro di Nainggolan reduce dalla squalifica: alle spalle di Dzeko, nel ruolo in cui si traveste da bomber
Il belga, sempre personaggio discusso, per i suoi comportamenti fuori dal campo: comportamenti spontanei ed, eccessivi. Ma naturali. E’ uno che ha voglia di divertirsi senza dare spiegazioni a nessuno e paga per questo (vedi la perdita della nazionale). Piace per questo, ma in un attimo, sempre per lo stesso motivo, può essere criticato, detestato. Se gioca bene è "nonostante i suoi eccessi", se gioca male è perché «non fa una vita da atleta». Il limite non esiste. Lui è sempre andato avanti per la sua strada, ha corso come un treno fino a che quel treno non si ha rallentato: lui è sceso, è stato punito, ora vuole ripartire. Di Francesco ha cambiato modulo anche per valorizzarlo di più, ora sta a lui ritrovare se stesso e ripagare. Per poter ridire: Udinese-Roma 0-1, gol di Nainggolan. E vissero tutti felici e contenti.
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