La sconfitta è pesante, la delusione cocente, scrive Massimo Caputi nella sua 'analisi' su Il Messaggero. É soprattutto il come sia maturata a lasciare interdetti e perplessi.
rassegna stampa
Un flop mentale oltre che tattico
I primi venticinque minuti erano stati promettenti, così come confortanti sono stati la rabbia e l’orgoglio mostrati nel finale. Ma nel cuore della gara la Roma è stata travolta
I primi venticinque minuti erano stati promettenti, così come confortanti sono stati la rabbia e l’orgoglio mostrati nel finale.
Come d’incanto il Liverpool è diventato un uragano, le scorribande di Salah, Firmino e Manè con il passare dei minuti sono diventati dei veri e propri incubi, ogni azione è stata un tormento.
Sono mancate la forza e le idee, la squadra di Di Francesco è stata impotente, lunga, imprecisa e balbettante. Se la potesse rigiocare probabilmente lo stesso Di Francesco cambierebbe atteggiamento tattico e uomini, a partire dalla difesa a tre.
I cambi nel finale della gara hanno dato infatti alla Roma un senso più logico ed equilibrato. Peccato, il 5-2 non permette facili illusioni, però rende più giusta e onorevole la sconfitta. La finale rimane un sogno che, dopo questi novanta minuti, è sempre più lontano, ma nulla può e deve scalfire o sminuire quanto realizzato fino ad ora. Finchè possibile bisogna crederci.
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