"No Dybala no party". Commenta così qualche tifoso la sconfitta dell'Argentina per 2-0 contro l'Uruguay di Marcelo Bielsa alla Bombonera. Il ct Scaloni non lo ha mai chiamato in causa, Paulo è rimasto a guardare mentre al suo posto venivano scelti Lautaro Martinez, entrato a inizio secondo tempo, e Angel Di María (53°). Una panchina che ha fatto male alla Joya (è rimasto a guardare anche Paredes) e commentata anche da più di un media argentino, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. La giustificazione è che Messi è un insostituibile e Dybala è il suo omologo, ma in realtà c'è dell'altro. Il tecnico dell'albiceleste è da sempre molto attento alle prestazioni di Paulo nella Roma, lo fa seguire dai suoi collaboratori che addirittura lo scorso anno si sono recati a Trigoria per sincerarsi delle sue condizioni prima della convocazione al Mondiale in Qatar. Le sue fragilità muscolari sono note e nessuno in nazionale ha interesse a rischiarlo se ci sono delle valide alternative. Inoltre, non sono passati inosservati i suoi tre mesi italiani tra Serie A ed Europa League. Al netto dei gol (2) e degli assist (3), le sue prestazioni raramente sono state incisive e convincenti. Forse l'arrivo di Lukaku lo ha messo in ombra, nonostante tra i due sembrava che stesse sbocciando una profittevole sintonia. Successivamente interrotta dall'infortunio rimediato contro il Cagliari (lesione distrattiva al collaterale mediale del ginocchio sinistro) smaltito in tempi record.
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Il Messaggero
Tutti aspettano il vero Dybala
Le sue fragilità muscolari sono note e nessuno in nazionale ha interesse a rischiarlo se ci sono delle valide alternative
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