Senza stendere un velo pietoso sull'imbarazzante prestazione, contro un avversario che in Italia farebbe fatica a salvarsi dalla retrocessione, scrive Mimmo Ferretti su Il Messaggero, la Roma a Plzen è riuscita a centrare la titanica impresa di perdere anche l'ultima partita del girone di Champions. Chiudendo così con soli due punti di vantaggio sui modestissimi cechi e sul Cska Mosca.
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Trovata continuità ma nelle delusioni
La Roma prende sempre gol: cambiano gli interpreti, ma la sostanza no
Qualcuno potrebbe dire: ma era già qualificata, quindi non è il caso di fare drammi. Certo, ma pur avendo in tasca la certezza di giocare gli ottavi, sarebbe stato meglio, sicuramente più giusto, non fare un'altra pessima figura.
Ancora tante cose brutte, sotto tutti gli aspetti. La Roma, per dirne una, prende sempre gol: puoi cambiare gli interpreti, ma la sostanza non cambia. Una pochezza infinita, amplificata dalla modestia tecnica dei titolari di giornata. Alcuni dei quali semplicemente impresentabili. La continuità invocata dall'allenatore è stata finalmente trovata: le delusioni.
Chiacchiere tante, fatti pochi. Se non, come nel caso di Luca Pellegrini, un doppio cartellino giallo nel giro di una manciata di minuti. Una specie di record. Triste, però. Ma, si sa, a Trigoria nessuno è in discussione, va tutto bene al 100%. Tanto qualcuno che alzi la mano, si autoaccusi per la povertà attuale e si faccia da parte non lo trovi neppure se ti chiami Jim. Ma fino a quando?
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