rassegna stampa

Troppe partite alla fine rompono

Numerosi allenatori hanno lanciato un allarme per il numero eccessivo di gare giocate. I calciatori però giocano molti meno match rispetto ai loro colleghi di altri sport

Redazione

"Si giocano troppe partite e questo aumenta il numero degli infortuni". Ultimo, in ordine di tempo, a rilanciare l'allarme è stato il tecnico della Roma, Paulo Fonseca. Come scrive Il Messaggero, i giallorossi sono in cima alla classifica per numero di calciatori finiti in infermeria: 14 in appena 10 gare tra coppa e campionato. Quello del numero eccessivo delle gare concentrate in brevi periodi è un antico adagio della maggior parte degli allenatori di serie A. Finora in serie A sono 58 i giocatori infortunati.  Salta subito all'occhio che i tanti impegni influiscono solo in parte. Basta fare un rapido calcolo per dimostrarlo: una squadra senza impegni europei gioca 38 gare di campionato più eventuali 7 di Coppa Italia (ma deve arrivare in finale), una big che fa la Champions, arrivando in fondo a tutto, disputa un massimo di 56 partite. A cui bisogna aggiungere le gare di qualificazione a Mondiali o Europei negli anni dispari (8 gare) e in quelli pari il campionato del Mondo o l'Europeo (7 gare). In serie A tra i più presenti della passata stagione ci sono Acerbi della Lazio con 50 gare esclusa la Nazionale. Discorso diverso nella Premier inglese dove si gioca una coppa in più. Il terzino del Chelsea, César Azpilicueta ha collezionato 60 presenze. In Nba, un cestista americano, nel caso limite arrivano a giocare 110 partite. Per non parlare poi dei tennisti che magari giocano un numero di match simile a quello dei giocatori di serie A con la differenza che una partita può durare anche 6 ore. Balza all'occhio il mostruoso 2006 di un giovane Federer che scese in campo per ben 97 volte. Di fronte a certe maratone le lamentele dei calciatori vengono ridimensionate. E di parecchio.