Torniamo indietro di qualche mese, quando Francesco Totti provava a convincere gli scettici che il corpo faceva perfettamente ciò che gli suggeriva la mente. Oggi il capitano rilancia: mi sento come un venticinquenne. Dopo Roma-Sampdoria aveva dichiarato candidamente: «Se sto così, perché devo smettere?». Totti ha cominciato zitto zitto, s'è messo a disposizione stando spesso a guardare ed oggi la Roma ha un calciatore in più da considerare tra i titolari, cosa impensabile fino a poco tempo fa. Totti, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, non solo ha dimostrato di poter ancora giocare, ma di essere ancora il migliore o tra i migliori calciatori della Roma.
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Tottidipendenza
A quarant'anni il capitano giallorosso è ancora una certezza, un giocatore in più tra i titolari, da gestire senza spremerlo
Totti oggi non è il vecchietto dove lo metto, ma ha dimostrato di essere uno da prendere in considerazione anche peri big match. Un venticinquenne, come l'anno dello scudetto del 2000/2001. Scudetto vinto con la famiglia Sensi, che ieri si è divisa su Totti: la signora Maria ha esternato tutto il suo dispiacere per non essere stata invitata al compleanno di Francesco («mi ha deluso come uomo»). La figlia, Rosella, in serata ha smorzato la polemica, comprendendo comunque lo stato d'animo della mamma. «Il nostro affetto è imprescindibile: ti vogliobene fratellone».
«Sono arrivato qua e ho messo tutto quello che avevo per fare un ruolo che non avevo fatto, poi arriva Francesco e ti rendi conto che non hai mai giocato a calcio. Ti dà una lezione sui passaggi e sui movimenti e ti rendi conto che tunon hai fatto niente». Una frase da leggere, rileggere e magari imparare a memoria: Perotti se ne intende, questo pensa di Totti. A quaranta anni, Totti è ancora una certezza, da gestire e non da spremere. Lui accetta le decisioni ma sa anche guidare e aiutarti a prendere quella giusta. Del resto, ha ragione Strootman: «Con lui incampo ci sentiamo più sicuri». E la Roma oggi ha bisogno di sicurezza. Di Totti. Come al solito.
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